In gita al Parlamento

Maurizio è un amico e un insegnante e ieri, mercoledì 21 marzo, era in gita a Roma. Ha portato i suoi allievi in Parlamento e questo è quanto ha condiviso su Facebook con alcuni suoi amici. Lo lascio qui, con il suo consenso, così, nudo e crudo come l’ho letto. Fa riflettere molto, soprattutto per il vuoto “educativo” che questi atteggiamenti descritti (sommati alle fette di mortadella e tutte le mascherate che forse non sono riusciti a scampare neanche loro) lasciano nell’animo dei giovani che domani dovranno recarsi alle urne – se lo faranno – con queste immagini nella mente.
C’è da rifletterci sù, cari politici. Ma seriamente. Anche io voglio il finale positivo. Certo, poter eleggere i nostri rappresentati può essere un primo punto di partenza. Ma può bastare o c’è da cambiare tutto un sistema, ci sono da cambiare gli atteggiamenti? Bisogna ridarci fiducia. E farlo in fretta.

Ragazzi/e devo raccontarvi un’esperienza a cui manca ancora un finale positivo. Ieri sono stato in visita in Parlamento con i miei allievi di 17/18 anni. Bene la prima parte della visita,perfetta, poi la seduta in aula. Cominciamo da
Rosy Bindi (la (vice nda) presidente) costantemente al telefono o a mandare sms…. dei 10 deputati prenotati a parlare solo 2 presenti. In aula max 30 persone. 3 dormivano… abbiamo contato 10 iPad aperti su facebook. In 10 minuti 4 squilli di telefono …. Insomma che vergogna! Un’allieva é scoppiata a piangere.. La mamma licenziata lavora a ore a 450€al mese… Insomma quale fiducia per questa politica? C’é bisogno di cambiare le regole del gioco. EleggiAMO l’Italia ma attenti anche a chi mandiamo a rappresentarci. Ora aspetto un finale diverso. Ciao

3 thoughts on “In gita al Parlamento

  1. Non sono l’avvocato difensore di un’intera classe politica, ma un semplice deputato. Che ieri, mercoledì 21 marzo, ha trascorso alla Camera solo 4 d’ore, quelle a cavallo del voto di fiducia: per le 24 ore precedenti le attività erano sospese, come da regolamento, e nelle successive (quelle in cui è avvenuta la visita, immagino) c’era l’illustrazione degli ordini del giorno che sarebbero stati votati oggi. L’illustrazione degli ordini del giorno non è un momento cruciale dell’attività d’Aula, come spero che gli stessi assistenti parlamentari abbiano spiegato ai ragazzi: ecco allora le telefonate – di cui fanno parte anche l’intervista con la radio, il colloquio con il collaboratore per dirgli cosa fare, la dettatura di un comunicato all’ufficio stampa, la richiesta di informazioni al gruppo su un tema – e tutto il resto. Io probabilmente ieri pomeriggio ero uno dei deputati al computer, perché approfittavo del momento ‘morto’ per scrivere una riflessione sulla riforma del lavoro (questa: http://www.andreasarubbi.it/?p=7344). Che ho postato anche su twitter e facebook, quindi magari (non lo so, lo ipotizzo) una delle pagine aperte era proprio la mia. Sono andato via alle 19, sono tornato stamattina alle 9.30: prima in Commissione, poi in Aula stasera fino alle 19.45, con 25′ di intervallo per il pranzo. Ci sono stati momenti di concentrazione e momenti di noia totale, perché non sempre il livello del dibattito è alto; un po’ troppa disattenzione in generale (i ragazzi hanno ragione) e parecchie assenze (oggi 197 su 630, quasi un terzo, anche se alcune per motivi politici). Ma sarebbe bello – lo dico sul serio – che quei ragazzi invitassero in classe il deputato del proprio collegio, chiedendogli di portare con sé l’agenda: scoprirebbero che la vita di un parlamentare di buona volontà è un rincorrersi di appuntamenti, macinando chilometri e correndo dietro all’orologio; che spesso non ci sono orari di inizio e di fine; che la famiglia è un optional. Tutte cose doverose, ci mancherebbe. Ma i fannulloni in mezzo a noi non sono la maggioranza. La delusione di quei ragazzi per la politica è una sconfitta per chi ce la mette tutta: speriamo di riuscire a farli ricredere.

  2. danix says:

    Andrea, innanzitutto grazie per la tua risposta così chiara ed esauriente a cui ho provveduto rimandare Maurizio e i suoi allievi. Spero, come era nelle intenzioni del mio post, possa essere un ponte per aprire eventualmente in qualche modo un dialogo per loro, un po’ delusi, con quella parte della politica sana che per come la penso, tu rappresenti.
    Leggo quotidianamente i tuo tweet nelle mie pause al lavoro e dietro tutti quei caratterei si intravede che la vita di un parlamentare “medio” sia un tantino diversa da come ce la immaginiamo. L’altro giorno sul bus sentivo il controllore dire che ha suggerito all’azienda di proporre ai clienti “un giorno da controllore” per capire quanto faticoso, stressante sia quel lavoro … forse in qualche modo si può trasportare lo stesso ragionamento anche per voi politici (e ripeto, quando parlo di politici penso a quanti come te vivono dignitamente questo lavoro, non quelli strombazzati dalle tv e giornali).
    In effetti forse dovremmo anche noi cittadini smetterla di pensare e pretendere i politici come persone perfette, ma certo che di questi tempi, dove forse il clima è un po’ troppo fomentato anche dalla stampa in generale, con una certa caccia alle streghe, basta un no-niente, o una normale routine per creare delusioni come nel caso di questi ragazzi.
    Il loro prof vorrebbe metterli in contatto con te, gli ho lasciato il link del tuo blog con i tuoi contatti.
    Buon lavoro, Andrea.

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