L’ultimo giorno dell’anno è solitamente quel momento in cui si fanno, giustamente, i bilanci di ciò che è stato e dei propositi per l’anno che si apre.
Ho smesso di fare i propositi per l’anno nuovo ormai da qualche anno. Non tanto perché poi non sono mai riuscita a rispettarli, quando perché non credo sia giusto imbrigliare in schemi precostituiti la vita, che si comporta sempre in modo così “casuale” ed imprevedibile da poter far mancare i presupposti per uno dei propositi che ci siamo imposti in meno di un secondo. E allora credo che sia inutile volersi obbligare a fare qualcosa.
Il 2016 è stato un anno di cambiamenti. Sono andata a vivere da sola, prima da sola sola e poi con due coinquiline. Mi sono catapultata nel mondo “adulto”, quello dove torni a casa e ti trovi la cena e il pranzo per il giorno dopo da fare, la lavatrice da far partire o da ritirare, la biancheria da stendere (e non parliamo di quella da stirare), due stanze in croce, che però chiedono pietà e di essere sistemate, non solo quando sai che verrà qualcuno. E poi, magari, anche la pretesa inconscia, finito tutto questo, di metterti ancora a lavorare. Ed invece, puntualmente, trovarmi a trascinarmi a letto lasciando in sospeso una tra queste cose, ogni volta a caso. Oltre che andare a fare la spesa, gestire e anticipare l’organizzazione dei “pranzi del giorno dopo” delle sere in cui non sei a casa a cena. Ricordarti cosa hai in frigo e stai facendo andare a male.
Ma sono sopravvissuta. E sopravvivo ad una scelta che rifarei tante altre volte, per quanto mi sta dando come persona e nella mia crescita, sia nella versione da sola che nella versione “in compagnia”, dove la contaminazione con le mie coinquiline siciliane mi ha permesso di imparare tante cose e di riscoprirne tante altre.
Poi il 2016 è stato anche tante altre cose, belle, meno belle, più brutte, più faticose, più umilianti.
Ho detto che non faccio propositi per il 2017 e davvero non ne faccio, ma forse una cosa vorrei impararla, in questo nuovo anno.
Imparare a dare tempo. Agli altri e soprattutto a me stessa.
Essere capace di accettarmi così come sono: imbranata, troppo, davvero troppo impulsiva, forse a volte con le persone anche un po’ troppo “invadente”, altre volte poco decisa. Vorrei imparare, pian piano, a dare tempo agli altri di fare i loro passi. E imparare, pian piano, a dare tempo a me stessa di aggiustare quelle cose che di me non mi vanno giù.
Questo sì, che sarà un bel 2017.