Il giorno dopo, più o meno a mente fredda.
Girellavo sui blog e ovviamente le "notizie" su cui tante parole si stanno spendendo sono due: la tragica fine di Tommaso e l’anniversario della morte di Giovanni Paolo II.
Sul secondo argomento farò un post a parte.
I sentimenti che si leggono in giro sulla morte di Tommaso sono contrastanti: rabbia, orrore .. e anche quelche timida proposta di perdono.
Ho passato tutta la sera ad arrovellarmi dietro a questa notizia .. e un po’ mi stupivo, perchè in fondo .. io non centravo niente con questa situazione.
Ma a me le ingiustizie fanno soffrire. Mi ricordo di quella volta che mi ero messa a piangere per il povero addetto alla pista (di Monza o Imola non mi ricordo), che era morto durante un gran premio per un incidente.
Sono fatta così.
Ho trovato questo commento su un blog .. che mi ha colpito:
La domanda che mi gira nella testa, al di là delle considerazioni che hai fatto tu, e che condivido, è se i media sappiano ancora distinguere tra la vita e i reality. Trattare allo stesso modo, con la stessa insana morbosità da trasmettere alla gente, un dramma vero, reale, umano, come questo, è umanamente inaccettabile. Eppure queste percezioni distorte, ormai, sono considerate normali. Questo è il dramma sociale.
Ci sono due che si scannano per una poltrona, e intanto un bimbo muore.
E tanti come lui, perchè sono tanti i bimbi morti per mano di "non so nemmeno come definirli" che non fanno notizia, che dopo un titolo sul giornale finiscono nel dimenticatoio. Certo, non è possibile ricordarli tutti e sempre .. Ma un pensiero va anche a loro, alle loro famiglie o a chi gli ha voluto bene, come la mamma e il papà di Tommy.
E il giorno dopo, si incomincia a parlare della possibilità di usare la pena di morte con chi uccide i bambini.
Solo per chi uccide i bambini? E gli altri valgono meno? I bambini credo che siano la cosa più bella che esistano, e proprio per questo andrebbero "preservati".
Detto questo, però, non credo che esista una differenza tra chi uccide un bambino o un adulto. Sempre di un omicidio si parla.
E la pena di morte NON risolve un problema, ne crea un altro. Sono convinta che una vita passata in carcere a riflettere di quello che uno a fatto sia molto peggiore che essere uccisi dallo Stato (perchè di questo si tratta).
Finisco con un pensiero alla mamma, al papà e al fratellino di Tommy. E anche al figlio di 6 anni di Alessi e tutti i famigliari che in queste ore stanno prendendo le distanze .. perchè avranno una vita segnata non per causa loro.
La pena di morte non è un deterrente. Sono d’accordo con te. Vivere il resto dei tuoi giorni con il rimorso di quelo che hai fatto è un peso enorme.
I morti se ne vanno, è chi rimane sulla terra che deve affronatre il dolore.
Speriamo che Tommy sia in un posto migliore di questo mondo.