E poi succede sempre così.
Che il giorno del compleanno uno riceva tanti auguri (un "tanto" quest’anno molto relativo) ma da quelle persone da cui magari non te lo saresti aspettato o che non senti da un secolo.
E finisce che manchino "all’appello" le persone con cui si condividono tante cose, vuoi perché per esempio si suona insieme ogni santo venerdì, vuoi perché sono quelle con cui una volta alla settimana si cerca di ridare fiato all’anima, vuoi perché sono quelle con cui ci si pesta i piedi su tante cose … poi certo, questo non vuol dire che non siano mancati gli auguri dalle persone con cui c’è un rapporto più stretto, a cui tengo di più … ma sicuramente c’erano un altro tot di persone da cui, umanamente e forse anche egoisticamente, li aspettavo.
Poi si, mi faceva sorridere perché sembra quasi come vivere su due estremi: da una parte il "silenzio" e dall’altra tanti modi "personali" e sentiti di fare gli auguri, come quella telefonata mattutina anche un po’ inaspettata, se volete, in "quella forma" o chi ha perso due ore del proprio studio per venire a prendere un gelato in centro pur se mi conosce da tipo un mese ed era uno dei pochi sopravvissuti ad una serie di "rinunce" per quella sera… E in mezzo, come scrivevo stamattina a qualcuno, tanti, troppi complimenti da far arrossire anche la persona meno modesta di questo mondo, tanti arrivati da persone conosciute non più di un mese fa ma con cui sembra di conoscersi da secoli. Qualcuno mi regala lo "schampoo dell’umiltà"?
Poi certo, gli auguri non sono tutto e non lo possono e devono essere. Non sono l’essenziale nei rapporti che dovrebbero andare ben al di là di queste cose "umane" che però, diciamolo, aiutano.
E, ben inteso, non "ce l’ho" con nessuno (e probabilmente anche volendo, i possibili "destinatari" non leggono qui) perché chissà quante volte può essere successo a me e davvero credo che se i rapporti si fermano a questo, beh … c’è da chiedersi che rapporti siano.
Però è stato bello poter "raccogliere" quanto seminato, anche se dall’altra parte viene da chiedersi se forse non abbia sbagliato qualcosa dove non c’è stato, apparentemente, "ritorno". Chissà, forse troppe domande non aiutano neanche e visto che in questo periodo non ne mancano, è meglio non aggiungere a quello che già c’è e lavorare in modo ancora più forte perché il prossimo anno non sia qui a scrivere queste stesse parole