Oggi in Dipartimento c’era il TARM (Test Accertamento Requisiti Minimi). E’ una "formalità" sotto cui devono passare tutte le matricoline di diverse facoltà dell’Università di Torino.
Anche io a suo tempo l’ho dovuto fare, erano domande di logica, inglese, italiano e matematica.
Quindi, come dicevo, oggi il Dipartimento è stato invaso dalle matricoline tutte in ansia per il TARM. Se sapessero cosa gli aspetta dopo non si farebbero tutti questi problemi per qualche semplice domanda il cui risultato non importa a nessuno, ma questi sono dettagli.
La cosa che mi ha lasciato sconvolta è stato lo "stormo" di madri e padri che accompagnavano i figli a questo "grande appuntamento" per la loro vita. Li accompagneranno anche ad ogni esame? A 19 anni suonati non possono andare all’università da soli ma devono per forza essere lasciati al tornello appena prima dei laboratori?
Ma lasciateli "crescere", lasciateli fare le loro esperienze e sbattere il naso! Mi hanno fatto sorridere due di queste matricoline che stavano guardando con aria interrogativa la planimetria antincendio cercando di capire dove fosse l’aula dove dovevano andare e mi hanno fermato per chiedermi lumi.
Ecco, mi sono rivista io la prima volta davanti alla sede del Dipartimento, senza un numero civico a pagarlo oro, senza le targhette placcate che hanno attaccato adesso da qualche mese ad indicare che quelle entrate (e chi le ha viste sa che sono situate in un enorme ma anonimo palazzone alla periferia di Torino, vicino a uffici di assicurazioni e quant’altro e che a prima vista, se non fosse per gli studenti fuori che parlano e sfumazzano non sarebbero assolutamente individuabili come tali) sono quelle del Dipartimento.
In quei due che mi hanno fermato stamattina mi sono rivista io, futura matricolina, prendere coraggio e andare dai ragazzoni che stavano lì fuori a chiedere se proprio lì c’era la sede di Informatica: "e sai anche indicarmi dov’è l’aula?". Io da sola, senza genitori, senza sorelle … da sola a prendere in mano il mio futuro, a sentirmi, perché no, grande.
Veramente queste nuove "generazioni", se me lo si lascia dire, vengono su un po’ … come dire, molli? E non parlo per sentito dire, ho una sorella più piccola (decisamente più piccola) con cui avere un metro di paragone.
Io alla sua età andavo e venivo da scuola da sola e non c’erano santi che tenessero: a lei invece puntualmente c’è sempre qualcuno che la deve andare a prendere e farla attraversare. E la strada è sempre la stessa che facevo io, i pazzi scatenati idem.
Io alla loro età mi portavo a casa lo zaino, quando vado prendere mia sorella invece vedo che ormai quasi tutti hanno lo zaino quello che si traina oppure lo portano a spalle i genitori: ma lasciatelo ai figli! E non dite che gli insegnanti li caricano troppo di roba da portare, con noi non si risparmiavano mica!
Io alla loro età passavo i pomeriggi a studiarmi, ristudiarmi, provare e riprovare le posizioni del gioco dell’elastico perché il giorno dopo all’intervallo dovevo assolutamente avanzare di livello. Loro passano il tempo a giocare alla Wii, niente fantasia, niente "sacrificio", niente inventiva, niente arte dell’arrangiarsi: muovono un telecomando!
Boh, sarò troppo critica … ma queste generazioni stanno venendo su proprio un po’ "smidollate", passatemi il termine. E’ non è un bene!
solo per dire che sì, a volte i genitori li accompagnano anche a tutti gli esami!! l’altro giorno ero a dare un esame e c’era una ragazza con la madre, dai discorsi ho poi capito che la segue sempre! e non sono di bologna! si devono fare due ore di treno e 30 minuti di macchina, ma falla crescere quella futura insegnante! tragico..
(ah, e io quando vado a prendere i miei cuginetti a scuola le faccio portare a loro le cartelle!)