Senza entrare nel merito di vicende assai note, assistiamo in questo ultimo periodo – e forse in Italia l’abbiamo sotto gli occhi in modo molto più evidente di altre parti – ad una deriva del ruolo del Politico, così come l’avrebbe definito Aristotele, per cui la politica è "l’amministrazione della "polis" per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano".
A destra come a sinistra, invece, sempre di più il ruolo di politico è quello del potere, di un fortino dietro al quale concludere i propri interessi con assoluta non curanza degli interessi della collettività.
E forse non è un caso che proprio in questo periodo così difficile per la vera Politica, in questa desolante panoramica della politica non più intesa come servizio ma piuttosto come retaggio dei propri interessi personali (di cui ovviamente non si può generalizzare in toto per tutti i politici), emerga una figura, quella di Igino Giordani, che lascia spazio ad una boccata d’ossigeno lasciando intravedere la possibilità di farsi santi in politica, quel "morire per la propria gente" di cui Giordani è stato un campione e che con il suo modo "casto" – così come è stato definito – di vivere la politica potrebbe essere un modello ancora al giorno d’oggi.
Forse guardando al panorama odierno sembra davvero la goccia in un oceano, un passato che non possa più tornare, un’utopia difficilmente realizzabile.
Eppure domenica a Rocca di Papa si chiude il processo diocesano per la beatificazione di Giordani per passare i fascicoli alla Congregazione del Vaticano, un segno che anche in politica ci si può far santi.
Per chi fosse interessato a conoscere di più la figura di Giordani, oltre al materiale presente sul sito che si occupa della sua postulazione, consiglio di seguire domenica pomeriggio alle 16,30 la diretta: potrebbe essere davvero una boccata d’ossigeno!