L’attualità ultimamente offre diversi spunti su cui andrebbero fatte delle riflessioni.
Cominiciamo dalla Tav?
E’ mai possibile che non si riesca ad uscire, da una parte e dall’altra dalle proprie ideologie? Mi rifiuto di credere che esistano soltanto pregi da una parte o soltanto difetti dall’altra. Pare troppo difficile cercare di mettere da parte la sciarpetta da tifoso e contestare per partito perso a tutti i costi e incominciare a ragionare anche in un’ottica collettiva – sono cittadino del mondo e abito in Val Susa, ma questo non vuol dire che la Val Susa sia “mia”?
Non non lo vado a cercare, ma so per certo di aver postato su questo blog qualche anno fa un documento pro-NoTav. Ebbene, non dico che abbia cambiato idea, ma forse questa ossessiva ricerca di equilibri mi fa cercare di guardare le cose con più obiettività. Non so chi abbia ragione, se esista una ragione. E’ difficile orientarsi, o è tutto pro o è tutto contro, vie di mezzo non mi sembrano per il momento contemplate. Ma spero che si trovino – un po’ perdo io, un po’ perdi tu – perché si potrebbe finalmente dire di essere cresciuti un po’, come popolo, capace di andare al di là dallo stereotipo “not in my garden.