E’ un dialogo che ho sentito l’altra mattina sull’autobus. Da quando ho perso gli auricolari e non li ho ancora sostituiti capita che mi accorgo di più della vita che c’è intorno, capti dei dialoghi tra qualcuno che per forza di cose alle volte mi aiutano a trarne degli insegnamenti.
Ovviamente prendendo sempre l’autobus alla stessa ora le storie ch incrocio sono spesso le stesse, ma c’è comunque sempre una buona componente di personaggi non abitudinari.
L’altra mattina c’erano due ragazzi delle superiori, in ritardo.
Siamo alla fine della scuola, tempo di verdetti.
Uno chiede all’altro se ha riconsegnato il tema assegnato e il compagno guardando in basso dice che no, non ha riconsegnato il tema. “Tanto sono bocciato, che senso aveva consegnare il tema?”.
È un po’ laconica la cosa. Poi io scendo, ma continuo a ripensare a quella arrendevolezza contenuta nelle parole del ragazzo. Si è arreso.
Certo, non sarebbe stato forse il voto che avrebbe cambiato il suo destino scolastico, ma magari gli sarebbe servito per ritrovare un po’ di morale, a sapere che può valere più di un voto.
Che ce la può fare. Che ce la possiamo fare, al di là dei nostri piccoli e grandi fallimenti.
Sono la prima a dover imparare la lezione.