Cara Chiara Luce, anzi, Chiaretta … devi avere un conto aperto con me, incomincio ad esserne abbastanza convinta!
L’anno scorso, poi questa estate e adesso un’altra avventura…mi sembra che non ti fai proprio mancare occasione per farmi mettere in gioco!
In questi ultimi tempi di assidua frequentazione di Sassello, più di una volta ho pensato quanto avrei voluto conoscerti personalmente, potermi fare la mia idea di te.
E difficile dire che cosa mi affascina di te. Forse la normalità che ti permetteva di essere radicale e “di mondo” allo stesso tempo. Come due opposti che si attraggono e si completano, che non possono stare uno senza l’altro. Ti immagino – e vorrei saper essere anche io – così.
C’è una cosa che sto scoprendo e che mi fa sentire tanto simile a te. Oggi pensavo ad una cosa che mi provocava sofferenza e ho pensato che in fondo anche tu ci hai messo un po’ a dire quel tuo Si.
Forse siamo un po’ uguali (ribelli) su questo. Nelle piccole e grandi cose, il Sì in fondo poi arriva, ma prima c’è da macinare un po’ dentro. Sventrarsi il cuore, sentirlo e vederlo ‘sanguinare’. Dover star un po’ lì, in quello star male, in quella sofferenza. Vederla, guardarla bene. Toccarla. Sentirla. Dargli un nome, una forma. Un po’ come andare giù giù giù e poi …. e poi risalire.
Non ci siamo mai conosciute e così cerco di conoscerti mettendo insieme i pezzi di chi ti ha conosciuto ma penso proprio che sì, ci saremmo capite.