Ogni tanto succedono episodi di incontri ‘digitali’ che lasciano un misto tra sorpresa e inquietudine.
Due episodi su tutti, entrambi recenti.
1 settembre.
Sono a Budapest al Genfest, in compagnia di almeno altre 12000 persone (stima per difetto). Nel programma serale facciamo una allegra sgambettata di qualche chilometro nel centro di Budapest verso il ponte delle Catene. Una volta lì sopra facciamo un flash-mob, forse il più grande mai fatto su di un ponte.
Uno dei gesti da fare è quello di scambiarsi ripetutamente delle sciarpette con chi ci troviamo vicino e così tutti facciamo.
Ad un certo punto, in questo turbinio di mani che si muove, faccio per scambiare una delle sciarpette ricevuta al giro precedente con un ragazzo avvolto nella sua grande bandiera spagnola.
Mi guarda e mi dice: “ma lo sai che io ti seguo su twitter?”.
Ora ripeto: eravamo 12000 persone, non 4 amici al bar.
Sono rimasta sconvolta per un bel 10 minuti: in mezzo a tutta quella gente ho incontrato uno che non conosco che mi ha riconosciuta come uno dei suoi following.
29settembre.
Anzi, a dire la verità il tutto comincia il 28.
Sempre su Twitter cerco la conversazione dsl joomladay, a cui avrei partecipato il giorno successivo.
Trovo un tweet di ‘ziopal’ che tra le altre cose ha postato la foto della Metro di sempre tutto finisce lì.
Il giorno dopo, ed eccoci al 29, giorno del JoomlaDay; salgo sul mio tram che fortunatamente mi permette di arrivare al PalaIsozaki abbastanza velocemente.
È sabato mattina, sono le 8.30, il tram è mezzo vuoto. Ad un certo punto salgono due che si piazzano davanti a me.
La deformazione ‘professionale’ mi fa squadrare loro e chi vedo salire per capire se stanno andando dove vado anche io.
Si, una rapida occhiata mi fa propendere per una risposta affermativa.
Poi tirano fuori lo smartphone, danno un’occhiata a twitter, qualche commento su tweet che scorrono nella loro timeline. Discutono sul fatto che il programma del mattino sarà poco interessante (e non avevano torto) e intusco che uno di loro sarà relatore del pomeriggio.
Io scendo, loro forse alla fermata successiva.
Perchè vi ho raccontato queste due storie?
Perchè al pomeriggio quando viene presentato come relatore ‘zioPal’, quello con cui avevo twittato la sera precedente, metto insieme i pezzi: era uno di quei due che stavano davanti a me sul tram! o_O Allora gli twitto raccontandogli il nostro ‘incontro’ la mattina (con tutti i tram e tutti i posti dove ci si poteva fermare … ) e lui non collega subito la cosa, ma rimette insieme i pezzi qulche tweet più tardi. Una storia da romanzo la chiama. Beh, non ha tutti i torti.
Ecco la sorpresa mista ad inquietudine di questi 2 episodi.
Da una parte la sorpresa di incontrare senza accordo persone con cui si hanno interazioni virtuali.
Dall’altra l’inquietudine di dovervi dire, attenzione: il mondo è più piccolo di quello che sembra.