Il bell’esempio. Il gesto nobile, quello che per un volta fa più discutere delle polemiche, quelle solite, legate allo sport. Accade in Spagna qualche settimana fa: nella zona di Pamplona si tene un importante gara di cross country e il keniano Abel Mutai, 24 anni, medaglia di bronzo nei 3000m siepi ai Giochi Olimpici di Londra, è in procinto di tagliare il traguardo del Burlada.
Mancano pochissimi metri, il keniano, che ha dominato la corsa, rallenta in prossimità del traguardo credendo di essere arrivato, di aver finito la corsa. Frena il passo e getta un occhio al suo orologio. Ma non è così: il traguardo è poco più in là e per vincere Abel deve tagliarlo, solo che non se ne è accorto. Ecco che arriva da dietro un altro concorrente, lo spagnolo Ivan Fernandez Anaya: potrebbe superare e battere il bronzo di Londra ma…non lo fa, anzi, gli indica che non è ancora finita. E arriva, con grande fair play, secondo. Un gesto riportato da tutte le pagine dei quotidiani spagnoli. “Io non meritavo di vincere – ha detto lo spagnolo – Ho fatto quello che dovevo fare. Lui era il legittimo vincitore”.
Le cose belle sono fatte da piccoli gesti come questi. Che fanno ancora clamore, nel nostro essere continuamente intrisi in un mondo che sa parlare solo al negativo. Ma che possono darci il coraggio di sapere che per ‘cambiare il mondo’ bastano spesso gesti semplici.
Io oggi ho (ri)imparato qualcosa.
Qui sotto il video.
[fonte: HuffingtonPost]