Post ampiamente rimaneggiato dopo la prima scrittura
Non si può certo morire per una partita di calcio.
Eppure succede. Ma non in Iraq. In Italia.
C’è bisogno di pulizia, c’è bisogno di chiudere per un po’ la baracca. Ma pultroppo sono i soldi che la muovono, e dopo le lacrime (finte) di questi giorni per i gravi episodi di Catania e dell’altra settimana, tutto tornerà come prima.
Perchè nonostante la sospensione dei campionati a "caldo" .. "the show must go on", soprattutto quando lo "show" in questione porta un sacco di soldi in tante tasche.
Piccola provocazione di Beppe Servegnini sul Corriere. Non ho capito, però, il punto 4.
Il racconto di chi c’era. E una riflessione che condivido pienamente. Qui un’altra. Il pensiero di Francesco Costa. Alcune proposte (forti) per combattere il fenomeno. I fatti visti dall’estero.
Aggiunta delle 21.20
Il procuratore che indaga sulla morte del poliziotto dice che lo stop dei campionati è un errore, perchè significa darla vinta ai teppisti.
Cito dall’articolo di Repubblica:
Fermarsi è, a mio avviso un errore – spiega Papa – perché potrebbe essere interpretato come un arrendersi ai teppisti. Il rischio è che passi il concetto che si dà ragione a pochi criminali che tengono così in ostaggio la stragrande maggioranza di tifosi che vanno allo stadio, che sono persone per bene, faziose ma non pericolose, di sicuro non delinquenti"
Non sono per niente d’accordo. O meglio.
E’ importante, invece secondo me, rendersi conto che davvero il mondo del calcio è ostaggio di pochi criminali. Perchè di lì non si scappa. Non si può continuare a nasconderlo. I fatti di ieri, il famoso derby di Roma, e tanti altri episodi sono lì a testimoniarlo.
Ben venga una pausa di riflessione per prendere coscienza una volta per tutte di un fenomeno che, volenti o nolenti, esiste.
Io sarei per il blocco completo del campionato. Niente scudetto, niente coppe europee, niente di niente.
.. per interrogarsi e trovare insieme i modi per combatterlo e debellarlo una volta per tutte.
Ci sono riusciti in Inghilterra. Ci dobbiamo riuscire anche noi.
Sai cosa? A me fanno molto più paura e ribrezzo episodi del genere.
http://www.repubblica.it/2007/02/sezioni/sport/calcio/serie_a/agente-morto-catania/scritta-livorno/scritta-livorno.html
Pity, fanno tanto ribrezzo anche a me. Ma per queste cose, non esiste una scala di valori in cui inserire l’idiozia più riprovevole.
Ritengo tanto resposabile che scrive queste frasi tanto quanto chi “fisicamente” compie il gesto.
Bisogna risolvere il problema a monte, quella di Catania è stata solo la punta di un iceberg, pultroppo.
Mi interesserebbe sapere come pensi di risolvere questa annosa questione.
Mi rendo conto che su internet è difficile interpretare i toni, e per questo ci tengo a precisare che non è una provocazione o roba del genere, ma una semplice curiosità. Personalmente, non saprei nemmeno da dove cominciare…
Quando dico che il problema è a monte voglio dire che il problema sta nella società dove viviamo. Il calcio, per cui, non è altro che un “riflesso”.
Cosa penso si possa fare? Alcuni punti di Severgnini sono secondo me condivisibili.
1)Innanzitutto inasprire le pene e non affidarsi a semplici “diffide” o cavolate del genere che a niente servono.
E poi, una volta beccati, niente indulti. Questo non solo per reati legati al calcio, ma in ogni ambito. Mi sembra palese che in una società dove tanto chi sbaglia alla fine “non paga” ci si senta legittimati a fare alto e basso quello che si vuole. Tanto poi arriva l’indulto, che me ne frega di andare in galera.
Come dice Severgnini, che gli si facciano fare lavori “socialmente utili”.
2) Il “cambiamento” deve partire da dentro il sistema calcio, dai giocatori (mi piace quello che scrive Severgnini: Chiedere ai calciatori una presa di posizione netta contro gli ultras e le loro intimidazioni. Silenzio, omissioni e divagazioni saranno considerati complicità.).
Non solo. Che i giocatori si diano una regolata in campo. Certi comportamenti violenti (vedi testate e cose del genere) non fanno altro che legittimare le violenze di chi la domenica pomeriggio usa il calcio come pretesto per sfogarsi.
3) Via dalle tv moviole, discussioni, polemiche e quant’altro. Che ci facciano vedere solo i goal.
Sono i tre che mi vengono in mente. Ma sicuramente ce ne sarebbero tanti altri.