Tai Aguero è una pallavolista della squadra azzurra. Cubana di nascita, espatriata dal paese caraibico, è diventata "naturalizzata" italiana.
E’ uno delle punte della nostra nazionale in questi giorni impegnata a Pechino per le Olimpiadi.
Da ormai una settimana era alla ricerca del visto che rientrare nel suo paese d’origine dove la madre stava morendo.
Visto che, nonostante la grave situazione familiare della campionessa (che non stava certo rientrando a Cuba per farsi le vacanze) non le è stato concesso fino a questa mattina, dopo lunghi pellegrinaggi dal ritiro di Pechino in giro per l’Europa e mentre, ormai rassegnata, la Aguero era ritornata a Pechino per ricongiungersi con le sue compagne di squadra, tra l’altro in quel momento vincitrici dopo una bella partita contro la Russia.
Oltre il danno, la beffa: poche ore dopo aver ricevuto il visto la madre è morta, senza che la campionessa potesse "godere" del sacrosanto diritto di riabbracciarla prima che lasciasse questa terra.
"Ripicche" politiche? "Ripicche" sportive? Resta la figuraccia e la poca "sensibilità" dimostrata dalle autorità cubane in tutta questa vicenda.
Sarebbe bello poter dedicare una medaglia d’oro alla Aguero e alla sua mamma.
Io non ne ho, di commenti.
Cose come queste si commentano da sole.
Non ci dovrebbe essere la benché minima esitazione da parte di chicchessia di fronte a richieste di permesso così.
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