Osare. In questi ultimi giorni mi suona tanto in testa questa parola.
Osare al di là delle delusioni, al di là di tutto quello che avrei potuto fare meglio, delle cose che avrei potuto fare di più, al di là che quando devo imboccare una strada prendo sempre quella sbagliata, al di là che alle volte ho paura di essere troppo rompiscatole e allora aspetto che siano gli altri "a volere", senza rendermi conto che invece forse la palla è ancora nelle mie mani e mi darei una botta in testa pur di capire se posso o no invece di rimanere in questa "sospensione" … ma alla fine è importante capire a chi tocca? Uno si butta e via, al massimo prende una capocciata. Yep, facile da dire, tremendamente difficile da fare. E no, proprio non ci riesco, nelle piccole e grandi cose.
Osare. Devo osare. Osare come ho fatto in questi giorni quando ho fiutato che niente, l’esame che avevo in mente di dare (e per cui nonostante le mille rassicurazioni del caso ad adesso, due giorni prima, non so se sono ammessa dallo scritto oppure no, come purtroppo temo) non sarei riuscita a farlo o forse non avevo la sufficiente voglia di prepararlo e nel giro di trenta secondi ho cambiato il piano di battaglia e fogli davanti a me. Via le filastrocche e dentro i cartoni animati. Tenterò l’impossibile, è vero … ma bisogna osare, no?
E se domani dovesse andare come non credo che andrà, prometto che la prossima volta a Superga ci vado in bici per accendere un cero!
[L’immagine l’ho presa qui]
Vola solo chi osa farlo! Sarà la solita frase fatta ma è un po’ il mio stile di vita…
Non arrenderti! Nessun futuro “è già scritto”, tutto è nelle tue mani! 😉
Ciao e in bocca al lupo,
Emanuele