Qualche tempo fa ho ricevuto un sms di una persona che mi diceva che avrei dovuto di più guardarmi allo specchio e ripetermi "Cara Dani, sei un mito".
Non l’ho mai fatto, ma in questi giorni mi riuscirebbe un po’ difficile, non solo per una questione di modestia, ma anche perché guardando allo specchio vedo una persona che non conosco tanto bene, e non solo per l’aspetto decisamente mutato rispetto alle fotografie di qualche tempo fa.
Faccio fatica a tirare avanti con l’università e quello ancora ci sta, perché non ho mai brillato da questo punto di vista. Ma ho come l’impressione di non essere più capace a "fare" la sorella, ad essere "una brava amica", ho l’impressione che tutto costantemente giri nel verso opposto rispetto a quello che vorrei dare io alle cose.
Però. C’è un però. Che infondo sono amata e sopportata così, proprio come sono, anche "diventata".
Ecco, andavo a dormire con una nota di scoraggiamento, una voglia di mandare un po’ di cose all’aria, a cominciare dall’università. Ma prima mi è venuta in mente la storia delle matite di Coelho, e poi guardando il mio amico Madda che si arrampica su per la lampada della "scrivania", in un gioco di associazioni mentali, una cosa che avevo ricevuto tanto tempo fa ma che suona attuale, così come il grazie a chi me l’aveva mandata.
Vado a letto sapendo che domani è una nuova pagina da scrivere. E che non è detto che debba per forza essere peggiore di quella di oggi.
Il bambino guardava la nonna che stava scrivendo una lettera. Ad un certo punto, le domandò: "Stai scrivendo una storia che è capitata a noi? E che magari parla di me?".
La nonna interruppe la scrittura, sorrise e disse al nipote: "E’ vero, sto scrivendo qualcosa di te. Tuttavia, più importante delle parole, è la matita con la quale scrivo. Vorrei la usassi tu, quando sarai cresciuto".
Incuriosito, il bimbo guardò la matita, senza trovarvi alcunchè di speciale. "Ma è uguale a tutte le altre matite che ho visto nella mia vita!".
"Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a trasporle nell’esistenza, sarai sempre una persona in pace con il mondo.
Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una Mano che guida i tuoi passi. "Dio": ecco come chiamiamo questa mano! Egli deve condurti sempre verso la Sua volontà.
Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura e usare il temperino. E’ un’azione che provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine, essa risulta più appuntita. Ecco perchè devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo migliore.
Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò che è sbagliato. Correggere un’azione o un comportamento non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è importante per riuscire a mantenere la retta via della giustizia.
Quarta qualità: ciò che è realmente importante nella matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la grafite della mina racchiusa in essa. Dunque, presta sempre attenzione a quello che accade dentro di te.
Ecco la quinta qualità della matita: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati per avere piena coscienza di ogni tua azione". (Paulo Coelho)
Bellissimo il testo… e tu non lasciarti impaurire dai gradini che incontri. Non cercare neanche di creare un paniere per contenerli tutti. Affrontali singolarmente, ti sembreranno più piccoli e non creeranno confusione nella tua testa!
Ciao,
Emanuele
Ehi, eccellente Coelho. Non lo avevo mai letto, e non mi attirava tanto.
Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura e usare il temperino. E’ un’azione che provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine, essa risulta più appuntita.
Decisamente interessante.
Ehi Dani, il peso dell'”imparare a sopportare sé stessi” è il più grande. Non ci si riesce a vedere come siamo, solo Dio riesce a vederci. Tutto quel che sentiamo di negativo non ci appartiene: sono tentazioni. Scacciamole.
Mario mi ha detto una volta che “il nostro limite è la nostra bellezza” e mi ha spiegato (dato che tuttora fatico a capirlo) che il limite riguarda la maniera in cui Dio ci vede. A proposito, non so se hai letto l’intenzione che ho lasciato sul forum del GR: Mario e sua mamma (che ha 97 anni!) hanno avuto un incidente.
Niente di grave, però se ti ricordi dì anche tu una preghiera per sua mamma… 🙂
@Emanuele: hai assolutamente ragione. Sto scoprendo piano piano Coelho, ho un altro suo libro sul comodino! 😉