L’amore spiegato da 10 bambini. Voglio tornare bambina – 2

  • Quando sai che la tua sorella maggiore ti vuole bene perché ti da tutti i suoi vestiti, così lei va a comprarsi dei nuovi. (Lauren – 4 anni)
  • Quando una donna vecchia e un uomo vecchio sono amici anche se si conoscono da anni. (Tommy – 6 anni)
  • Quando qualcuno ti ama, il modo in cui pronuncia il tuo nome – è diverso! (Billy – 4 anni)
  • Se vuoi imparare ad amare di più, inizia dall'amico che non ti sta simpatico. (Nikka – 6 anni)
  • Quando sveli un tuo difetto a qualcuno e hai paura che questa persona non ti ami più per ciò che hai detto, ma questa ti sorprende dicendoti che ti ama ancora di più! (Samantha – 7 anni)
  • Esistono due tipi di amore: l'amore umano e l'amore divino. L'amore divino comprende entrambi.           (Jenny – 10 anni)
  • Quando la mamma vede papà tutto sudato e sporco e gli dice che è più bello di Robert Redford.  (Chris – 8 anni)
  • Quando al ragazzo dici che ha una bella maglietta anche se la porta tutti i giorni. (Noelle – 7 anni)
  • Abbracciarsi, baciarsi, dire no! (Patty – 8 anni)
  • Quando amate qualcuno, gli occhi sbattono e in loro vedete piccole stelline. (Karen – 7 anni)
  • Dio poteva pronunciare parole magiche per liberarsi dai chiodi sulla croce, ma non lo fece. Questo è amore (Max – 5 anni)

[ Fonte ]

L’amore spiegato da 10 bambini. Voglio tornare bambina.

1. L'amore è quando esci a mangiare e dai un sacco di patatine fritte a qualcuno senza volere che l'altro le dia a te.(Gianluca, 6 anni)2. Quando nonna aveva l'artrite e non poteva mettersi più lo smalto, nonno lo faceva per lei anche se aveva l'artrite pure lui. Questo è l'amore. (Rebecca, 8 anni)

3. L'amore è quando la ragazza si mette il profumo, il ragazzo il dopobarba, poi escono insieme per annusarsi. (Martina, 5 anni)

4. L'amore è la prima cosa che si sente, prima che arrivi la cattiveria. (Carlo, 5 anni)

5. L'amore è quando qualcuno ti fa del male e tu sei molto arrabbiato, ma non strilli per non farlo piangere. (Susanna, 5 anni)

6. L'amore è quella cosa che ci fa sorridere quando siamo stanchi. (Tommaso, 4 anni)

7. L'amore è quando mamma fa il caffè per papà e lo assaggia prima per assicurarsi che sia buono. (Daniele, 7 anni)

8. L'amore è quando mamma dà a papà il pezzo più buono del pollo. (Elena, 5 anni)

9. L'amore è quando il mio cane mi lecca la faccia, anche se l'ho lasciato solo tutta la giornata. (Anna Maria, 4 anni)

10. Non bisogna mai dire "Ti amo" se non è vero. Ma se è vero bisogna dirlo tante volte. Le persone dimenticano. (Jessica, 8 anni)

L’Amore

[…] Perché la santità attrae ancora, se il tuo cuore, anche se ferito, si fa capace di non chiudere la porta al desiderio. E quel cuore, quando trova un luogo capace di farvi riposare le sue durezze, si commuove eccome.

Mentre tornavo a casa con mia moglie, rimeditavo nel profondo di quel cuore tutto ciò che avevo visto e sentito. Ed é soprattutto uno sguardo quello che ancora adesso mi é rimasto dentro. Lo sguardo di Ruggero negli occhi di Maria Teresa mentre parlava. Profondo, dolcissimo, straordinariamente intenso. E quello di lei quando parlava lui. Uguale, ma diverso allo stesso tempo, altrettanto carico d'amore. E' quell'amore che sa farsi uno, che fa il vuoto per accogliere il tutto dell'altro. Ed é lo sguardo di chi, da genitore, si é scoperto misteriosamente figlio di chi ha generato, perché ciascuno ha accolto l'Amore più grande, che ha consentito ad ognuno di rinascere nuovo in Dio.

Se dovessi lasciare tutto e trattenere una cosa sola, ecco cosa stringerei forte a me: quello sguardo, capace di creare una scia di luce.

Lo sguardo di due genitori, che desideravano tanto una figlia, arrivata dopo undici anni d'attesa e che l'hanno ridonata a Dio dopo altri diciotto. Per poi ridonarla alla Chiesa. E per ridarla adesso – ieri sera come ogni volta che raccontano di lei e di loro – ovunque vengano chiamati perché diano testimonianza di ciò che é accaduto. Perché Chiara, adesso, é davvero di tutti. […]

Si avvicina San Valentino. Stamattina leggo queste impressioni e non posso che farle mie e ricondividerle qui, perché esprimono meglio di come so fare io quello che provo ogni volta che vedo Maria Teresa e Ruggero, vedendo in loro, nel loro essere, quella realizzazione di Famiglia e di Amore.

Con il cuore il desiderio, un giorno, di poter assomigliare anche io un pochino a loro.

«La vita è una strada

che non si ferma quando vorremmo sederci,

che molte volte non va nella direzione che avremmo desiderato,

che spesso è così in salita da lasciarci senza fiato,

ma che va affrontata con lo sguardo puntato sulla meta

e non solo con il capo chino per non inciampare sui sassi

che ci intralciano il cammino.

Solo così

si potrà sentirsi parte della strada che Dio ha pensato

per condurci da lui

e assaporare le sue meraviglie che ci alleggeriscono la vita,

come le persone con cui condividiamo la via,

perché il nostro Padre Celeste conosce il cuore

di chi ama

e sa che da soli non si fa strada,

mentre il poter essere insieme ci fa viaggiare

con il vento alle spalle

e godere del sole come della pioggia,

forti della comunione di coloro

che con noi hanno scelto

di raggiungere la vetta con l’amore reciproco.

Buon cammino a ciascuno e ricordate che siamo tutti compagni di viaggio».

( Marco Amato Bettiol)

Io sono memoria

 

 

Il futuro è una pagina bianca, e voglio scriverlo avendo memoria del passato.

Nulla è perfetto in questa vita: ci sono dolori immensi con cui convivere, vuoti che non si colmeranno mai, paure a cui ci si abitua nel quotidiano. Ci sono disperazioni che si trasformano in miracoli di amore e bellezza, ci sono giorni di stanchezza.

Nei miei ricordi ci sono milioni di parole che vorrei urlare. Segreti pieni di buio che vorrei condividere. Sospiri che si bloccano in gola e lasciano senza respiro.

Perchè la memoria è così, non sempre fa bene. Ma è una medicina necessaria per scrivere un futuro diverso, un futuro migliore per tutti.

Ma la memoria è uno strumento per fare meglio. E io scelgo di ricordare per condividere il bene, per scrivere pagine di felicità, per condividere un desiderio profondo e intenso di spensieratezza. Uso i ricordi per scrivere un futuro che non si crogiola nella disperazione, ma ostenta sorrisi e abbracci e calore e stupore. E Pace.

Uso la memoria per cantare la libertà, e non la prigionìa.

Il nostro canto di Pace sia forte, e senza confini. La memoria serva per costruire un mondo migliore, e non per piangere su un mondo che, in passato, ha prodotto orrore.

[ Image e post credit ]

Gramellini riesce – come al solito c'è da dire – a spiegare meglio di quanto sia riuscita io a fare nell'ultimo post quello che volevo dire sulla questione di Cuffaro:

Da un paio di giorni gli italiani sono sinceramente sorpresi. Non solo un politico è andato in galera (stupore già registrato a caldo dal nostro Mastrolilli), ma ci è andato senza dare del comunista al giudice che ve lo ha spedito. Quanto basta, di questi tempi, perché un uomo condannato per reati di mafia passi per uno statista. Cos’ha fatto di così straordinario Totò Cuffaro? Ha accettato un verdetto. Di più: ha riconosciuto la legittimità della giuria. Un italiano che si rifiuta di fare la vittima non è un eroe, sia ben chiaro. Però è una notizia. Perché da noi di solito sono le vittime a passare per eroi e a venire premiate da un pubblico che si identifica in loro e, assolvendole, assolve se stesso.

La delegittimazione di ogni autorità è il lascito peggiore del Sessantotto e non sarà un caso che abbia attecchito quasi soltanto in Italia, dove nei secoli dei secoli l’autorità ha dato pessimi esempi e i cittadini (pardon, i sudditi) si sono accomodati a considerarla di parte, obbedendole per paura o per interesse, mai per convinzione, cioè per senso dello Stato. Speriamo che, solo in questo, Cuffaro faccia proseliti. Che presto i giornali possano strillare altre notizie clamorose: «Automobilista paga la multa per un parcheggio in terza fila senza accusare il vigile di avercela con lui». «Genitore sgrida il figlio che ha preso 4, anziché sgridare il prof per averglielo dato». Fino alle soglie dell’impossibile: «Presidente di calcio si sfoga: l’arbitro sarà pure venduto, ma la mia squadra meritava di perdere».

Una scelta controcorrente

Avrei voluto inizialmente scrivere un post simile ad un commento letto su Corriere.it: Un colpevole,riconosciuto tale,viene condannato.Mi verrebe da chiedermi:"dov'è la notizia"?? La notizia è che SIAMO IN ITALIA e notizie di questo genere non sono la NORMALITA', sono la RARITA'.Per cui si spiega come un giornale chieda ai propri lettori di commentare il fatto.Per cui non esprimo ne' soddisfazione ne' rincrescimento…faccio finta di essere in un Paese normale e mi chiedo :" Dov'è la notizia"???

Ma poi mi veniva da fare una riflessione che mettesse prima di tutto in luce un po' di positivo e qualche speranza, dopo tanti giorni passati dalla sottoscritta con lo stomaco in rivolta e il sangue a bollire nelle vene per quanto leggo dalle cronache sul signor Berlusconi – chiamarlo in altro modo non ci riesco più.

Io penso che, di questi tempi in Italia, dove qualcuno pensa di essere più bello degli altri e di non farsi giudicare per i suoi reati, che con i soldi si possa comprare tutto, la dignità di una donna, il piacere di una serata, l'onesta di un funzionario, il gesto di Cuffaro, condannato in via definitiva a 7 anni di carcere, che si è costituito spontaneamente in carcere dopo la sentenza, sia tutto grasso che cola. Sia una scelta, mi si passi il termine, controcorrente e che faccia respirare, almeno per un attimo, un'aria "positiva" e di speranza che tutto non sia da buttare.

Per carità, certo che il favoreggiamento alla mafia è una cosa grave, da condannare e giustamente da punire. E infatti Cuffaro – si spera – sconterà la sua pena. Certo poteva dire ho sbagliato e chiedo scusa a tutti.

Ma per lo meno emerge una "lezione" di dignità e di correttezza istituzionale che altra gente, per il momento soltanto chiamata a spiegare i suoi comportamenti e su cui quindi pende, in via del tutto teorica, il beneficio di innocenza di cui tutti in partenza dovremmo godere, si sogna.

Si può sbagliare, è giusto pagare per i propri sbagli, ma penso che bisogna mettere in rilievo atteggiamenti come quello di Cuffaro, che in questo marasma in cui viviamo, è, paradossalmente – capitemi – una bella boccata d'ossigeno e che fanno bene all'Italia.

Adesso affronterò la pena come è giusto che sia, questo è un insegnamento che lascio come esempio ai miei figli», ha detto Cuffaro prima di infilarsi in auto e raggiungere il carcere romano di Rebibbia, in cui è entrato nel primo pomeriggio. «Sono stato un uomo delle istituzioni – ha detto – e ho un grande rispetto della magistratura che è una istituzione, quindi la rispetto anche in questo momento di prova. Questa prova che certamente non è facile, ha rafforzato in me la fiducia nella giustizia e soprattutto ha rafforzato la mia fede

Parole che dovrebbero essere normali in un paese democratico come l'Italia. Ma visto che non lo sono, gustiamocele bene. E che qualcuno le stampi e le mandi a Berlusconi.