Un treno in corsa

Ridendo e scherzando (come direbbe qualcuno di mia conoscenza) mi sono appena accorta che quella di ieri dovrebbe essere stata (mettiamo il condizionale, va!) la mia ultima lezione in università, per lo meno della triennale. Passata così, senza nemmeno pensarci e senza nessuna sorta di "rito", forse da un certo punto di vista va anche meglio così. 

Solo che mi stavo dicendo: di già? Mi sembra ieri che sono entrata in quelle aule (non quelle delle foto – credits) – dove per altro tornerò per gli esami a brevissimo, ma ovviamente sarà un'altra cosa.  Mancheranno le risate della nostra seconda/terza fila, mancheranno i commenti sotto voce, mancheranno tante cose. 
Ma ci saranno tanti rapporti costruiti, con chi di più e con chi di meno, ma costruiti, in tante cose, nella quotidianità universitaria fatta di scambi di appunti, di domande&risposte, fatta di tante piccole cose.  Mai nulla di eclatante, ma la voglia di aiutarsi, di darsi una mano senza pretendere nulla in cambio.  E' questo sono sicura resterà.

"Il tempo è come un treno in corsa; noi come i passeggeri. E' inutile che ci diamo da fare andando su e giù sul treno per arrivare prima. Il tempo, come il treno, cammina da sè. A noi vivere con interezza il presente"  (Chiara Lubich)

ps. questa metafora del treno in corsa mi è tanto cara in questo ultimo periodo … a settembre ne saprete di più!

Le cose importanti della vita

Per la serie, le cose importanti della vita: Sarkozy, presidente francese, convoca una riunione sulla sconfitta della squadra transalpina al mondiale sudafricano. 

Deduco che in Francia tutti hanno un lavoro, la crisi non esiste, la scuola non ha problemi, le persone siano soddisfatte dall'operato del proprio governo … che dire, beati loro che possono dedicarsi a queste quisquiglie!

A cosa serve?

Passano gli anni e inesorabilmente si arriva sempre al giorno prima degli esami con studenti schizzati che cercano in giro per Internet le tracce dei temi della maturità (quest'anno circolano foto di fantomatiche prove, il Ministero smentisce … chi avrà ragione? non pubblico i link 1) per non dare ulteriore spago 2) perché il sito in questione ha immagini alquanto discutibili) e tutti gli anni – compreso quello in cui la maturanda (ma non schizzata, non per le meno a cercare i temi d'esame trafugati)  – … dicevo, tutti gli anni mi chiedo:  ma che caspita serve avere prima le tracce del TEMA?  Capisco fossero gli esercizi di matematica, ancora ancora la traccia della traduzione di greco o latino … ma il tema, che ne hai a tua disposizione un numero abbastanza abbondante per trovare almeno una traccia fattibile? Non capisco proprio, se qualcuno volesse illuminarmi …

Ah, in bocca al lupo a tutti i maturandi … e mi raccomando: stasera una bella camomilla, magari cercate qualcosa da fare di divertente, pensate ad altro e domani si va a spaccare

Al ritmo di vuvuzela. This time for Africa.

Comunque io sulle vuvuzela ho una mia teoria. Non sto a spiegare cosa siano perché immagino che tutti ne abbiate sentito parlare in questi giorni. Sono fastidiose per i giocatori (ma accusare questo strumento di essere il motivo di un goal mi sembra alquanto eccessivo), sono fastidiose per i telespettatori, su Facebook impazzano i gruppi che le vogliono bandire dagli stadi, dall'altra parte ci viene detto che è qualcosa tipico della cultura africana e che quindi bisogna accettarle e così …

Dicevo. Non so se anche voi avete notato, quando le telecamere inquadrano gli spalti – anche interi settori – nessuno mai ha in mano o usa questa trombetta.  Per di più il rumore è sempre molto uniforme, in qualsiasi momento. E quando durante l'intervallo si sente la musica in sottofondo, il suono delle vuvuzela quasi sparisce per tornare magicamente all'inizio del secondo  tempo.  E poi diciamocelo, un intero stadio che suona ininterrottamente – e con la stessa intensità – non vi sembra un po' impensabile?

Ri-dicevo, la mia teoria.
Semplice, le vuvuzula non vengono suonate in modo così perdurante dagli spettatori – qualcuna sì, ma non come orchestra- e il loro suono viene amplificato dagli autoparlanti dello stadio o non so come. Diciamo che ho il dubbio che non sia un fenomeno naturale ma montato ad arte per far parlare delle vuvuzela – perché se nessuno ne parlava a seguito delle polemiche dei giocatori avremmo mai saputo  come si chiamavano e che esistevano? – e soprattutto … per venderle. Diciamo una mossa di marketing – azzeccata: che se ne parli bene, che se ne parli male, l'importante è che se ne parli. E visti i giri di affari che ho letto rispetto a questa semplice tromba – e tutti gli accessori anti-vuvuzela mi viene da chiedermi quanto non possa davvero essere così. D'altronde quando un'altra occasione come il mondiale per lanciare un simile business?  Mi starò sbagliando?

E comunque il mio computer in questi giorni sta cercando di imitarle, la ventola parte ogni tanto che sembra ci sia un elicottero in fase di decollo!

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Affrontare tutto nella vita
è la chiave per aprire la porta della felicità,
affrontare tutto con un sorriso
è il segreto per tenere la porta sempre aperta.

Solo … che bello! Era tanto che non mi sento così bene, in pace con me stessa. E' tornato il sole, in tanti sensi! Non pensavo davvero che questi giorni potessero farmi così bene. Grazie!

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Che sia il momento propizio?

In questi giorni si fa un gran parlare di Facebook e privacy, sembra che tutto d'un tratto gli utenti del famossissimo social network si siano accorti del pericolo per la loro privacy che deriva dall'uso, spesso inconsapevolmente errato, che si fa di Facebook.

La Stampa titola "A.A.A cercasi alternativa a Facebook". Appena l'ho letto ho pensato:  Non e' difficile: basta spegnere il computer e riprendere i contatti umani con il nostro vicino di banco, di scrivania, con il nostro vicino. Quei rapporti fatti di gesti, parole, sguardi, abbracci, sorrisi, lacrime, pacche sulle spalle … rapporti fatti di persone vere, in carne ed ossa.  Che l'alternativa a Facebook sia sotto i nostri occhi? Apriamoli! Il momento e' propizio: ci siamo fatti portare in reti di rapporti che di sociale hanno poco: siamo ancora in tempo per tornare indietro!

ps, senza impegno, ma mi piacerebbe approfondire un po' l'argomento perche' merita.