“Che tutto passerà”

Oggi mi suonava in testa questa frase. Con questo sole così bello fuori mi sembrava quasi un delitto rimanere in casa a studiare. E poi … e poi una paura tremenda di non farcela, mi veniva da mandare tutto all’aria. Esattamente così. Spuf! 

Ma avevo questo motivetto che mi suonava in testa e prendendo in mano i fazzoletti, beh, sembravano quasi profetici: "Gran finale". Certo non può essere il mio "tutto", ma so dove punto. "Che tutto passerà" e "Gran finale", mi sembra un bel programma! 

[Photo credit]

Viva viva i blog!

Sto riscoprendo la voglia e l’affetto verso questa mia discarica virtuale. Ok, il tempo non è tantissimo, ma non è neanche che bisogna scrivere i trattati sui massimi sistemi e nessuno mi corre dietro. Scrivo quando ho voglia, tempo, qualcosa da scrivere. Scrivo quando posso comunicare davvero qualcosa, quando mettendomi nei panni di chi apre queste pagina spero possa trovare qualcosa di utile. Scrivo quando posso dare.

Stasera mi rendevo conto di come Facebook non riesca a sostituire per neanche una virgola la bellezza di aprire questo editor, incominciare a pensare, incominciare a scrivere.

Non poi che passi il mio tempo su Facebook, di questi tempi sotto esame poi mi sto imponendo di aprirlo il meno possibile, magari alla sera quando proprio non studio più, per dare un’occhiata, magari scrivere qualcosa ma niente di più. Ma certo che sono (quasi) tutti lì, su Facebook. E quindi è ovvio che venga naturale usarlo come valvola dei miei pensieri.

Ma appunto, pensandoci bene, il mio blog rimane come qualcosa di insostituibile. E pur se paradossalmente è più accessibile a tanti, mi sembra come parlare nel salotto di casa mia, mi sento più a mio agio. E pazienza, non potete farmi il pollice sù per dire "Mi piace", non potete vedere le mie foto (che non si trovano nemmeno su Facebook comunque): ma potete "vedere" me, potete scoprire come ero quattro anni fa, potete scoprire come ero un anno fa, potete scoprire come ero ieri. E non vi sentite venire su quel certo senso di morbosità nel farlo. Provate a farlo su Facebook. Tutto inghiottito nella grande bocca della balena blu. E poi vai a recuperarlo.

Non so come spiegarlo, ma qui sul blog è diverso. E’ più bello. E’ "mio". Fosse anche solo una foto, una citazione.

Anche su Facebook sono io, nella mia vita cerco di non avere delle maschere pronte all’uso, casa, università, amici, Movimento dei Focolari, Facebook, blog … no, sono sempre io. Con i miei quindicimila difetti e pochi pregi, ma sono sempre io. Cambia chi mi sta attorno, cambia l’ambiente. Facebook mi sembra una grande cappa, mi soffoca.

Il blog invece è un foglio di carta scarabocchiato, magari anche appallottolato. E’ come una serie di quei promemoria gialli, a volte ne servono di più, a volte ci appiccico sopra solo una foto. E poi metto tutto in un cassetto, perché domani potrebbe venirmi voglia di andare a riguardarli. Magari riscoprirò cose che mi avevano già fatto del bene.

E poi mi fa un enorme piacere sapere che qualcuno durante la sua giornata ha digitato l’indirizzo del mio blog, si è ricordato di me, ha "cercato" me. Certo, il contatto è sempre tramite freddi bit, ma ho l’impressione che per l’approccio quelli dei blog siano un po’ più … tiepidi?

Nei blog c’è ancora una "reciprocità" che su Facebook non è mai esistita e forse non potrà mai esistere. Anche qui siamo "uno" a molti, tanti di quelli che passano da queste pagine nemmeno li conosco.

Qualche tempo fa mi è arrivata per mail questo da una lettrice del mio blog (posso Anna, vero? ;-)) con cui spesso si è discorso di questi argomenti:

Ormai se una cosa non viene scritta su facebook non esiste, e se non sei su facebook non esisti neanche tu. Luoghi di vacanza, nascite, matrimoni, battesimi, relazioni sentimentali sono solo "on face". Tutte queste notizie non vengono più comunicate di persona ma scritte in uno stato, inserite in un album, e poi, si taggano gli amici, un bel risparmio di tempo, di soldi, di relazioni..

Anna ha detto no! (non al colesterolo ma a facebook!)

Io nel mio piccolo non ho chiuso Facebook, ma l’ho riportato ad una dimensione più consona. E sto cercando tanti trucchetti per sfruttarlo in modo positivo. Spero di avere il tempo di mettere giù qualche riga perché questa "ricerca" possa essere utile a tanti per riscoprire come me la bellezza di fermarsi davanti ad una pagina vuota e scrivere. La bellezza di prendere un foglio di carta e scarabocchiarci sopra. Di riscoprire le persone accanto a me. Ri-imparare a chiedere "come stai?", imparare a non scrivere tutto quello che mi passa per la testa. Riscoprire di spegnere di più le relazioni "in the facebook" e rintizzare le relazioni "to face". Facebook può mica sostituire un abbraccio! Riscoprire che l’  "amicizia" è una cosa seria e che non si può "collezionare".

Che non troppo in fondo: "w i blog! lunga vita ai blog! ".

[Photo credit]

Come la luna

Quanto tempo che non aprivo "decentemente" questo spazio. Perché il tempo ultimamente è letteralmente volato, mi sono ritrovata improvvisamente piombata nel 2010 senza neanche essermene accorta. E’ come se quasi mi fossi persa un anno! 

Periodo pieno, appunto. Diciamo che da inizio dicembre non mi sono più fermata e che in prospettiva fino a fine settembre le occasioni per farlo non saranno tante. Ma ho un’obiettivo e "voglio" farcela.

La strada sarà lunga e con tanti ostacoli, che verranno fuori quanto tutto mi sembrerà incominciare a raddrizzare la strada  … ma saranno la mia punta di lancio, no? Io ci credo! 

Oggi pomeriggio andando in università, sentivo nel mio fido lettore mp3 qualcuno che diceva una cosa che mi ha dato "tono" al pomeriggio, che di per sé aveva un alto coefficiente di rischio che diventasse una perdita di tempo: "migliorare sempre, senza aspettare di poter fare, perché verrà il giorno in cui non si potrà più migliorare". Perché chi non va avanti, non sta fermo, va indietro. Come la luna, che o è calante o è crescente. E io voglio crescere! 

[Photo credits]

Non riesco a capire come mai ho come l’impressione che alcuni miei sms arrivino ore dopo che li ho mandati: Vodafone mi boicotta! 

Ah, e ne approfitto per dire che sono ancora viva, ma la vita quaggiù mi ha un po’ assorbito troppo, ultimamente. Ci saranno tempi migliori per aggiornare frequentemente questa mia "discarica" virtuale come vorrei poter fare! 

«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,

umile e alta più che creatura,

termine fisso d’etterno consiglio,       

tu se’ colei che l’umana natura

nobilitasti sì, che ‘l suo fattore

non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l’amore,

per lo cui caldo ne l’etterna pace

così è germinato questo fiore.

Qui se’ a noi meridïana face

di caritate, e giuso, intra ‘ mortali,

se’ di speranza fontana vivace.

Donna, se’ tanto grande e tanto vali,

che qual vuol grazia e a te non ricorre,

sua disïanza vuol volar sanz’ ali.

La tua benignità non pur soccorre

a chi domanda, ma molte fïate

liberamente al dimandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,

in te magnificenza, in te s’aduna

quantunque in creatura è di bontate.

Or questi, che da l’infima lacuna

de l’universo infin qui ha vedute

le vite spiritali ad una ad una,

supplica a te, per grazia, di virtute

tanto, che possa con li occhi levarsi

più alto verso l’ultima salute.

E io, che mai per mio veder non arsi

più ch’i’ fo per lo suo, tutti miei prieghi

ti porgo, e priego che non sieno scarsi,

perché tu ogne nube li disleghi

di sua mortalità co’ prieghi tuoi,

sì che ‘l sommo piacer li si dispieghi.

Ancor ti priego, regina, che puoi

ciò che tu vuoli, che conservi sani,

dopo tanto veder, li affetti suoi.

Vinca tua guardia i movimenti umani:

vedi Beatrice con quanti beati

per li miei prieghi ti chiudon le mani!».

Li occhi da Dio diletti e venerati,

fissi ne l’orator, ne dimostraro

quanto i devoti prieghi le son grati;

indi a l’etterno lume s’addrizzaro,

nel qual non si dee creder che s’invii

per creatura l’occhio tanto chiaro.

[Photo credit]

Avevo deciso di costruire, non di demolire!

Ero … arrabbiata. Sono uscita d’università un po’ imbronciata, poi forse anche questo grigiore non aiuta proprio.

Ero alla fermata che aspettavo il bus, ho aperto il libro che sto leggendo – e se ci fosse il tempo dovrei anche riprendere le mie recensioni! – e ho trovato questo:

All’improvviso, però, mi sono ricordata che avevo deciso di costruire e non di demolire. Ho guardato attorno a me cercando qualcosa di positivo.

Mi ha ridato tono alla giornata! 

ps, il libro non ve lo dico, ma magari qualcuno lo ha riconosciuto! 

[Photo credits]