One Stage One World a Torino, Gen Verde e Gen Rosso in concert, 28 novembre 2009!

Siccome ho visto che già tante persone sono arrivate sul mio blog con chiavi di ricerca inerenti a questo spettacolo che si terrà a Torino e non sono ancora riuscita a fare in modo che anche Google indicizzi il sito principale preparato dalla sottoscritta (che ebbene sì, l’ho fatto io, come si può intuire dalla sua "pochezza") per l’evento, faccio che mettere un post anche qui così che visto che il mio blog ha una (discreta) visibilità maggiore al momento, ci sia in giro per la rete l’indirizzo del sito su cui trovare le informazioni.

Lo spettacolo One Stage One World, che vede per la prima volta insieme sul palco Gen Verde e Gen Rosso, si terrà a Torino il 28 novembre 2009, al Palaisozaki.

Tutte le informazioni si possono trovare sul sito www.focolare.to.it

Siete ovviamente tutti invitati! 

Derivata prima

LavagnaDovete immaginare le 17.30 di un normale pomeriggio di inizio ottobre, un professore che spiega in un aula dove a dicembre dicono che moriremo dal caldo – evviva i conseguenti raffreddori e influenze! -, studenti che seguono la lezione con un occhio all’orologio per vedere quanto manca alle fatidiche ore 18.

Il professore sta facendo esercizi, è arrivato a scrivere una funzione, e nel mentre che dice "lei mi sta dicendo quindi la definizione di derivata prima" fa per tirare su la lavagna – non so se anche nelle altre aule universitarie da voi è così, da noi le lavagne sono di quelle "scorrevoli", che si tirano su e giù – e ….. Sbarababam, la lavagna si incastra e cede! "Panico" e risate generali, il prof un po’ impaurito che dice "Bene, adesso ce la diamo tutti a gambe". Poi tira giù il telo per il videoproiettore e riprende la lezione, non prima di aver finito la formula un po’ scarabocchiata perché "non si sa mai che cada anche il resto".

Una delle ultime frasi della lezione è: "Mamma mia, se succede ciò a nominare una derivata prima, non parlerò mai di integrali e men che meno di equazioni differenziali". Risate.

Tanto per dire che anche in un "mondo" perfetto come il nostro piccolo campus che è il Dipartimento, ogni tanto succedono cose tristemente "normali" nelle sedi umanistiche.

[Photo credits]

Usare uno specchio per dire quanti anni ho (disegnandoci i numeri sopra) non ha prezzo. Per tutto il resto c’è il francese! 

Al di là delle battute (ma vi assicuro che questa scena è andata veramente in onda sabato pomeriggio e ha avuto come protagonista la sottoscritta), sono di ritorno da un weekend in Francia per il matrimonio di un’amica.

Pochi della compagnia con cui siamo andati su conoscevano il francese (il cui suono a me veramente non piace, tra l’altro) e la frase più emblematica è stata, mentre tentavamo di comunicare durante le prove per i canti della cerimonia, "Pardon, I’m so confused".

Però al di là di tutto, al di là delle 6,7 (boh, non ho tenuto il conto) ore dormite in due notti – ma quando dormivo, dormivo: mi hanno raccontato di una scena che mi sono persa, due che entrano nella sala dove dormivamo gridando e cercando gli sposi da svegliare – pare sia una tradizione francese -, e uno dei nostri che gli urla dietro facendoli scappare a gambe levate -, dicevo, poche ore dormite, la cena (a carattere internazionale) che insomma, mi ha un po’ bloccato lo stomaco e mi sono dovuta accontentare dei dolci – ma che peccato! – e sugli smarties e M&M presenti in abbondanza sui tavoli, gente che mi fotografava mentre facevo il pezzo di legno cercando di "ballare" … insomma, al di là di tante cose sono stati giorni belli e che mi hanno fatto un po’ lasciare a casa diversi pensieri.

Ci voleva proprio.

[Photo credits]

Gira, gira, gira

Sfera colorata

Non so proprio, è qualche giorno che "non riesco a capire", è come se dentro ci fosse qualcosa che gira, gira, gira e io non riesco ad acchiapparlo.

Ho come l’impressione di non saperci davvero "essere", di non saper calibrare bene i miei passi, o troppo lunghi o troppo corti. E vero che le vie di mezzo non sono nel mio carattere, ma alle volte potrebbero far comodo.

Ed invece mi trovo qui, inquieta alla mattina dopo certi sogni strani, con tanta voglia di evadere, far altro.

Gira, gira, gira. Non riesco a fermarla.

[Photo credit]

Aieie

Oggi avevo un aperitivo in precollina con un gruppo di amiche.

Prendo il bus e appena salgo mi accorgo che ci sono sopra i controlli. Sono in tre, due uomini e una donna. Io non ho nessun problema, ho l’abbonamento, lo tiro fuori, glielo faccio vedere. Beccano l’abusivo di turno, che oltre a non avere il biglietto si rifiuta di fornire le proprie generalità. I due uomini sono abbastanza calmi, la "controllora", invece, fa un po’ il diavolo a quattro. Telefona per richiedere l’intervento di una pattuglia mentre il giovanotto continua a bonfoschiare la solita cantilena che sento tutte le volte che qualcuno viene pizzicato: "eh si, ma a quelli sul 4 mica gliela fate la multa, sempre noi dobbiamo prendercela …" e non continuo con l’epiteto.

Il 4, per i non torinesi, è il tram che attraversa e taglia in due la città ed è frequentato in larga parte, passando per "Porta Palazzo", da stranieri.

Da un po’ di tempo a questa parte quando salgono i controllori, guardo sempre con interesse il loro lavoro perché mi rivedo mentalmente tutte le storie che leggo spesso nelle avventure raccontate sul proprio blog da un controllore dell’ATC di Bologna, blog che è scritto con un tono abbastanza "colorito", ma che leggo con interesse perché appunto, sono poi le stesse storie che vedo "realmente" realizzate sui bus torinesi. Ed è interessante come da abbonata con il coltello fra i denti riesca adesso quasi ad indovinare le mosse dei controllori, che puntualmente si dimostrano abili fiutatori quando c’è da trovare un abusivo. Una volta, ignorando quasi mezzo autobus, un controllore ha beccato una signora che tentava di fare "la furba" (utilizzando sulle linee di terra un biglietto utilizzato per la metropolitana il giorno precedente). Come abbia fatto ad individuarla in mezzo alla folla non mi è dato da sapere, ma ormai ho capito che i controllori li riconoscono dal primo istante che salgono sul bus. D’altronde è il loro lavoro.

Spero solo che la storia di oggi (i tre controllori sono scesi con il giovane in questione in attesa della volante), non sia finita come l’ultima storia raccontata da KingFreak.

Tutti fatti realmente accaduti … ma tutto questo post era solo per segnalare questo blog che merita, a mio avviso, di essere letto. E già che ci sono, per parcondicio, leggo anche il blog di un’autista dei bus di Bologna.

[Photo credit]