Igino Giordani, un santo in politica

Igino GiordaniSenza entrare nel merito di vicende assai note, assistiamo in questo ultimo periodo – e forse in Italia l’abbiamo sotto gli occhi in modo molto più evidente di altre parti – ad una deriva del ruolo del Politico, così come l’avrebbe definito Aristotele, per cui la politica è "l’amministrazione della "polis" per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano".

A destra come a sinistra, invece, sempre di più il ruolo di politico è quello del potere, di un fortino dietro al quale concludere i propri interessi con assoluta non curanza degli interessi della collettività.

E forse non è un caso che proprio in questo periodo così difficile per la vera Politica, in questa desolante panoramica della politica non più intesa come servizio ma piuttosto come retaggio dei propri interessi personali (di cui ovviamente non si può generalizzare in toto per tutti i politici), emerga una figura, quella di Igino Giordani, che lascia spazio ad una boccata d’ossigeno lasciando intravedere la possibilità di farsi santi in politica, quel "morire per la propria gente" di cui Giordani è stato un campione e che con il suo modo "casto" – così come è stato definito – di vivere la politica potrebbe essere un modello ancora al giorno d’oggi.

Forse guardando al panorama odierno sembra davvero la goccia in un oceano, un passato che non possa più tornare, un’utopia difficilmente realizzabile.

Eppure domenica a Rocca di Papa si chiude il processo diocesano per la beatificazione di Giordani per passare i fascicoli alla Congregazione del Vaticano, un segno che anche in politica ci si può far santi.

Per chi fosse interessato a conoscere di più la figura di Giordani, oltre al materiale presente sul sito che si occupa della sua postulazione, consiglio di seguire domenica pomeriggio alle 16,30 la diretta: potrebbe essere davvero una boccata d’ossigeno! 

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Nuove generazioni

Oggi in Dipartimento c’era il TARM (Test Accertamento Requisiti Minimi). E’ una "formalità" sotto cui devono passare tutte le matricoline di diverse facoltà dell’Università di Torino.

Anche io a suo tempo l’ho dovuto fare, erano domande di logica, inglese, italiano e matematica.

Quindi, come dicevo, oggi il Dipartimento è stato invaso dalle matricoline tutte in ansia per il TARM. Se sapessero cosa gli aspetta dopo non si farebbero tutti questi problemi per qualche semplice domanda il cui risultato non importa a nessuno, ma questi sono dettagli.

La cosa che mi ha lasciato sconvolta è stato lo "stormo" di madri e padri che accompagnavano i figli a questo "grande appuntamento" per la loro vita. Li accompagneranno anche ad ogni esame? A 19 anni suonati non possono andare all’università da soli ma devono per forza essere lasciati al tornello appena prima dei laboratori?

Ma lasciateli "crescere", lasciateli fare le loro esperienze e sbattere il naso! Mi hanno fatto sorridere due di queste matricoline che stavano guardando con aria interrogativa la planimetria antincendio cercando di capire dove fosse l’aula dove dovevano andare e mi hanno fermato per chiedermi lumi.

Ecco, mi sono rivista io la prima volta davanti alla sede del Dipartimento, senza un numero civico a pagarlo oro, senza le targhette placcate che hanno attaccato adesso da qualche mese ad indicare che quelle entrate (e chi le ha viste sa che sono situate in un enorme ma anonimo palazzone alla periferia di Torino, vicino a uffici di assicurazioni e quant’altro e che a prima vista, se non fosse per gli studenti fuori che parlano e sfumazzano non sarebbero assolutamente individuabili come tali) sono quelle del Dipartimento.

In quei due che mi hanno fermato stamattina mi sono rivista io, futura matricolina, prendere coraggio e andare dai ragazzoni che stavano lì fuori a chiedere se proprio lì c’era la sede di Informatica: "e sai anche indicarmi dov’è l’aula?". Io da sola, senza genitori, senza sorelle … da sola a prendere in mano il mio futuro, a sentirmi, perché no, grande.

Veramente queste nuove "generazioni", se me lo si lascia dire, vengono su un po’ … come dire, molli? E non parlo per sentito dire, ho una sorella più piccola (decisamente più piccola) con cui avere un metro di paragone.

Io alla sua età andavo e venivo da scuola da sola e non c’erano santi che tenessero: a lei invece puntualmente c’è sempre qualcuno che la deve andare a prendere e farla attraversare. E la strada è sempre la stessa che facevo io, i pazzi scatenati idem.

Io alla loro età mi portavo a casa lo zaino, quando vado prendere mia sorella invece vedo che ormai quasi tutti hanno lo zaino quello che si traina oppure lo portano a spalle i genitori: ma lasciatelo ai figli! E non dite che gli insegnanti li caricano troppo di roba da portare, con noi non si risparmiavano mica! 

Io alla loro età passavo i pomeriggi a studiarmi, ristudiarmi, provare e riprovare le posizioni del gioco dell’elastico perché il giorno dopo all’intervallo dovevo assolutamente avanzare di livello. Loro passano il tempo a giocare alla Wii, niente fantasia, niente "sacrificio", niente inventiva, niente arte dell’arrangiarsi: muovono un telecomando! 

Boh, sarò troppo critica … ma queste generazioni stanno venendo su proprio un po’ "smidollate", passatemi il termine. E’ non è un bene! 

New Splinder

Sto scrivendo questo post dalla nuova versione di Splinder (si accede da qui, è vivamente consigliata!). E’ già attiva da qualche tempo ma io me l’ero persa!

La prima cosa che ho notato è la possibilità, nell’editor, di decidere all’istante se permettere o meno i commenti al post e soprattutto, cliccando su "Opzioni di pubblicazione", poter post-datare un post o salvarlo come bozza: finalmente!

Chissà se anche i miei problemi di interlinea si sono risolti! Lo vedrò appena pubblico questo post! Nient, non funzionano ancora!

E comunque ho una mezza idea più che concreta di migrare su qualcosa di più personalizzabile, potendo utilizzare WordPress per i fatti miei e magari potendo ospitare nello stesso dominio qualcun altro … vedremo!

Intanto ho appena notato che quando qui sull’editor faccio lo spazio dopo aver messo il "!" esce un errore: w i bachi!

Ah, e per pubblicare il post bisogna cliccare sul pulsantone "Pubblica" in basso a destra sotto l’elenco dei tag.

Tanto dalla vita

Bisogna essere felici di nulla,

di una goccia d’acqua oppure di un filo di vento.

Di una coccinella che si posa sul tuo braccio o del profumo che viene dal giardino.

Bisogna camminare su questa terra con le braccia tese verso

qualcosa che verrà

e avere occhi sereni per tutte le incertezze del destino.

Bisogna saper contare le stelle, amare tutti i palpiti del cielo

e ricordarsi sempre di chi ti vuole bene.

Solo così il tempo passerà senza rimpianti

e un giorno potremo raccontare di avere avuto tanto dalla vita.  (M.Alvarez)

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Chapeau

Queste case non appartengono alla Provincia autonoma di Trento, al Governo, o a questa o a quella forza politica: appartengono agli abruzzesi che le abiteranno e rappresentano un segno tangibile della volontà dell’Abruzzo di rinascere sulle macerie del terremoto che l’ha colpito così crudelmente. Solo questo conta;siamo felici di avere potuto contribuire alla ricostruzione e di poter continuare il nostro impegno qui.

Lorenzo Dellai

C(V)D

Qualche tempo fa ho ricevuto un sms di una persona che mi diceva che avrei dovuto di più guardarmi allo specchio e ripetermi "Cara Dani, sei un mito".

Non l’ho mai fatto, ma in questi giorni mi riuscirebbe un po’ difficile, non solo per una questione di modestia, ma anche perché guardando allo specchio vedo una persona che non conosco tanto bene, e non solo per l’aspetto decisamente mutato rispetto alle fotografie di qualche tempo fa.

Faccio fatica a tirare avanti con l’università e quello ancora ci sta, perché non ho mai brillato da questo punto di vista. Ma ho come l’impressione di non essere più capace a "fare" la sorella, ad essere "una brava amica", ho l’impressione che tutto costantemente giri nel verso opposto rispetto a quello che vorrei dare io alle cose.

Però. C’è un però. Che infondo sono amata e sopportata così, proprio come sono, anche "diventata".

Ecco, andavo a dormire con una nota di scoraggiamento, una voglia di mandare un po’ di cose all’aria, a cominciare dall’università. Ma prima mi è venuta in mente la storia delle matite di Coelho, e poi guardando il mio amico Madda che si arrampica su per la lampada della "scrivania", in un gioco di associazioni mentali, una cosa che avevo ricevuto tanto tempo fa ma che suona attuale, così come il grazie a chi me l’aveva mandata.

Vado a letto sapendo che domani è una nuova pagina da scrivere. E che non è detto che debba per forza essere peggiore di quella di oggi.

Il bambino guardava la nonna che stava scrivendo una lettera. Ad un certo punto, le domandò: "Stai scrivendo una storia che è capitata a noi? E che magari parla di me?".

La nonna interruppe la scrittura, sorrise e disse al nipote: "E’ vero, sto scrivendo qualcosa di te. Tuttavia, più importante delle parole, è la matita con la quale scrivo. Vorrei la usassi tu, quando sarai cresciuto".

Incuriosito, il bimbo guardò la matita, senza trovarvi alcunchè di speciale. "Ma è uguale a tutte le altre matite che ho visto nella mia vita!".

"Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a trasporle nell’esistenza, sarai sempre una persona in pace con il mondo.

Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una Mano che guida i tuoi passi. "Dio": ecco come chiamiamo questa mano! Egli deve condurti sempre verso la Sua volontà.

Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura e usare il temperino. E’ un’azione che provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine, essa risulta più appuntita. Ecco perchè devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo migliore.

Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò che è sbagliato. Correggere un’azione o un comportamento non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è importante per riuscire a mantenere la retta via della giustizia.

Quarta qualità: ciò che è realmente importante nella matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la grafite della mina racchiusa in essa. Dunque, presta sempre attenzione a quello che accade dentro di te.

Ecco la quinta qualità della matita: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati per avere piena coscienza di ogni tua azione".  (Paulo Coelho)

Proposte letterarie -5

Avevo lasciato in sospeso la "medaglia d’oro" del primo blocco di libri che ho letto quest’estate (e nel frattempo ho quasi finito il secondo blocco).

Medaglia d’oro che va senza dubbio a "Sono come un fiume che scorre", di Paulo Coelho. E’ il primo libro di Coelho che prendo in mano, ma forse non potevo cominciare meglio. Mi dispiace doverlo riportare in biblioteca, mi sono segnata alcune frasi che penso proprio mi torneranno utili in certi momenti.

Signore proteggi i nostri dubbi, giacchè il Dubbio è una maniera di pregare. E’ lui che ci fa crescere, perchè ci obbliga a considerare senza paura tutte le molte risposte a medesima domanda. E affinchè ciò sia possibile, Signore, proteggi le nostre decisioni, giacchè la Decisione è una maniera di pregare. Dacci coraggio affinchè, dopo il Dubbio, noi si sia capaci di scegliere tra una strada e l’altra. Che il nostro Sì sia sempre un Sì, e il nostro NO sempre un NO. Che una volta scelto il cammino, non ci si guardi indietro, nè si lasci che la nostra anima sia rosa dal rimorso. E affinchè ciò sia possibile, Signore, preteggi le nostre azioni, giacchè l’Azione è una maniera di pregare. Fai che il nostro pane quotidiano sia frutto di quel che c’è di meglio dentro di noi.Che noi si possa, per mezzo del lavoro e dell’Azione, condividere un pò dell’amore che riceviamo. Ed affinchè ciò sia possibile , Signore, proteggi i nostri sogni, gicchè il Sogno è una maniera di pregare. Fai che, a prescindere della nostra età o condizione, noi sia capaci di tenere acceso nel cuore il sacro fuoco della speranza e della perseveranza. E affinchè ciò sia possibile , Signore, dacci sempre entusiasmo, perchè l’Entusiamo è una maniera di pregare. E’ lui che ci lega ai Cieli e alla Terra, agli uomini e ai bambini, e ci dice che il desiderio è importante, e che merita il nostro sforzo. E’ lui che ci ribadisce che tutto è possibile, a patto che si creda ciecamente in quello che si fa.E affinchè ciò sia possibile, Signore, proteggici, perchè la Vita è l’unico modo che abbiamo per testimoniare il Tuo miracolo. Che la terra continui a trasformare il seme in grano, che noi si continui a trasformare il grano in pane. E ciò sarà possibile solo se avremo Amore; pertanto, non abbandonarci mai. Dacci sempre la Tua compagnia, e la compagnia di uomini e donne che hanno dubbi, che agiscono, sognano, si entusiasmano, e vivono come se ogni giorno fosse interamente dedicato alla Tua gloria.

Amen.

Sono come un fiume che scorre è un libro che affronta temi eterni, la ricerca del senso della vita, la potenza dell’amore, il senso del dolore.

Da leggere, assolutamente!  E se volete farci un salto, il buon Coelho tiene un blog.

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Blocco sms: come impostarlo e/o rimuoverlo

Ieri mia sorella mi ha detto che mi aveva mandato qualche sms che io però non avevo proprio ricevuto. Ancora stamattina ero speranzosa che magari nel frattempo arrivassero. Ma niente, tutto taceva.

Ho provato a fare qualche prova, mi sono fatta mandare qualche sms da mia sorella, mi sono mandata da sola un sms per vedere se almeno quelli sarebbero arrivati. Ma niente. Quando ho realizzato che poteva essere un giorno intero che non ricevevo sms ho chiamato mamma Vodafone per appurare cosa fosse successo.

La signorina prima mi ha detto che mandarsi sms può creare "danni" (ma non riesco a capire come), poi alla mia insistenza ha provato a mandarmi dal loro sistema un sms di prova, ma nel frattempo doveva anche aver fatto qualche altra manovra: deve avermi "sbloccato" la linea e nel giro di un minuto mi sono arrivati tutti gli sms "accumulati" da ieri pomeriggio … meglio tardi che mai!

Visto che la signorina è stata gentile da darmi un codice che mi ha detto di usare "preliminarmente" nel caso succedesse di nuovo, lo appunto qua nel caso possa servire in futuro a qualcuno: questa è una serie di codici che possono tornare utili per inserire/rimuovere i blocchi che si possono (magicamente, nel mio caso) creare.

#330*1234# = rimuovere qualsiasi tipo di blocco alle chiamate (entrata/uscita).

#35*1234# = disattivare il blocco su chiamate in entrata

#35*1234*16# = disattivare specificamente il blocco sugli sms in entrata

#33*1234*16# = disattivare blocco sugli sms in uscita