Osa!

Osare. In questi ultimi giorni mi suona tanto in testa questa parola.

Osare al di là delle delusioni, al di là di tutto quello che avrei potuto fare meglio, delle cose che avrei potuto fare di più, al di là che quando devo imboccare una strada prendo sempre quella sbagliata, al di là che alle volte ho paura di essere troppo rompiscatole e allora aspetto che siano gli altri "a volere", senza rendermi conto che invece forse la palla è ancora nelle mie mani e mi darei una botta in testa pur di capire se posso o no invece di rimanere in questa "sospensione" … ma alla fine è importante capire a chi tocca? Uno si butta e via, al massimo prende una capocciata. Yep, facile da dire, tremendamente difficile da fare. E no, proprio non ci riesco, nelle piccole e grandi cose.

Osare. Devo osare. Osare come ho fatto in questi giorni quando ho fiutato che niente, l’esame che avevo in mente di dare (e per cui nonostante le mille rassicurazioni del caso ad adesso, due giorni prima, non so se sono ammessa dallo scritto oppure no, come purtroppo temo) non sarei riuscita a farlo o forse non avevo la sufficiente voglia di prepararlo e nel giro di trenta secondi ho cambiato il piano di battaglia e fogli davanti a me. Via le filastrocche e dentro i cartoni animati. Tenterò l’impossibile, è vero … ma bisogna osare, no?

E se domani dovesse andare come non credo che andrà, prometto che la prossima volta a Superga ci vado in bici per accendere un cero!

[L’immagine l’ho presa qui]

Filastrocche moderne

Una base di dati è un insieme di dati atomici
strutturati e persistenti,
raggruppati in insiemi omogenei in relazione tra loro
organizzati con la minima ridondanza
per essere utilizzati da applicazioni diverse
in modo sicuro e controllato.

Dunque: un foglio vicino al computer, uno sopra il letto, uno sopra la porta del frigorifero (ma a questo punto aspetto lunedì che arriva quello nuovo) e poi magari mi verranno in mente altri posti dove metterla … basterà per impararla bene e ripeterla perfettamente, virgole comprese?

Studiare se stessi

L’altro giorno, a chi mi chiedeva cosa sto studiando in questo periodo, ho risposto con una battuta: sto studiando me stessa.

Giocavo sul fatto che le iniziali del corso di cui darò l’esame tra pochi giorni sono esattamente le mie iniziali.

Ma giocavo anche sul fatto che sarebbe veramente una gran cosa se invece che come gestire ingrossi di piante, piscine comunali, noleggi di dvd, farmacie, campionati europei, corsi di inglese e chi più ne ha più ne metta, potessi studiare veramente me stessa, potessi riordinare le idee sui grandi scaffali della mia testa. Ogni cosa al suo posto, catalogata per benino, con tutti i "vincoli" al loro posto, con tutte le relazioni tra le cose ben chiare. E non importa se a uno, a nessuno, a molti. Non importa se poi da queste relazioni nasca qualche nuova "entità" (parlo in informatichese) oppure trovassero posto in altre entità già presenti.

L’importante sarebbe riuscire a fare un po’ d’ordine, prima di tutto con il "Proprietario" della giostra. Oggi dopo l’ennesimo giro in bici, mentre vedevo e sentivo gli aerei sopra la mia testa, mi è presa una gran voglia di volare via. Lontano. Lontano. Lontano. Controllavo il livello della voglia dentro di me di prendermi un anno fuori casa: sta arrivando al livello di soglia della tacca dove c’è scritto: "Partire domani".

Ma mi rendevo conto di come forse vorrebbe essere solo uno scappare. Per non "affrontarmi", per scappare da quello che sento, dalla tanta, troppa confusione, dai tanti pensieri che cambiano velocemente.

E allora ritornare con i piedi per terra, affrontare i problemi e non "mollare". E neanche pretendere "risposte" o folgorazioni improvvise. Bisogna lavorare, lavorare, lavorare. Lavorarsi. Buttarsi fuori ma ogni tanto anche guardarsi dentro. E questo sì, colloquiare di più con Chi mi conosce bene, più di chiunque altro. Con Chi in fondo vuole solo il meglio per me. Prendersi degli spazi, prendersi il tempo anche per questo. Non lasciare che niente disturbi la comunicazione.

Mi piaceva una frase che ho letto una mattina andando in università tempo fa e che mi ero appuntata sul cellulare:

Per capire quello che cambia velocemente studia quello che non cambia mai. (Maurizio Baruffaldi)

E’ tratta da un libro che prima o poi vorrei leggere. Promette bene e questa può essere una buona ricetta.

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Scene di ordinaria follia

Martedì ultima lezione di esercizi di linguaggi.

La prof (che non riesco a realizzare a quale personaggio dei cartoni animati potrebbe assomigliare anche se ce l’ho sulla punta della lingua e non mi viene) incalza la povera cavia alla lavagna: "e poi"?

E io, che sto copiando un po’ distrattamente e sovrappensiero come un mero "scriba", comincio a canticchiare: "e poi, e poi, sarà com’è morire, cadere giù non arrivare mai []".

La mia compagna mi mette una mano sulla spalla e mi incoraggia: "dai che agosto è vicino". Ha (quasi) ragione.

E ora sotto con lo studio, torno a "querizzare" e "modellare" , così magari anche il mio ginocchio malandato ringrazia per il riposo che gli concedo prima che mi abbandoni definitivamente.

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Ariiiiaaa

Niente, in questo periodo vado "a canzoni" più del solito.

Ieri in pausa pranzo è capitata in random questa canzone. Ascoltatela perché ne vale la pena.

Ed è una di quelle canzoni che in questi giorni sembra scritta per me. In ogni sua parola. E se non fosse stato che ero in giro, avrei incominciato ad "urlarla", perché quelle note, quelle parole, quella "grinta" mi facevano "bollire il sangue", mi facevano pensare alla rabbia che ormai copiosamente di questi periodi incomincia a montare.

Per quelli che non sanno e parlano, per quelli a cui l’unica cosa che interessa è il voto, per quelli che neanche si chiedono perché in questo periodo faccia fatica a dormire, per quelli che l’importante è l’apparire e vorrebbero ancorarti nei loro stereotipi, alle loro maniere.

Aria, aria, aria. Avrei proprio bisogno di aria.

I film … universitari!

L’altro giorno, mentre ero a lezione mi è arrivato un sms da una mia compagna che stava due posti più in là di me con una "catena" … ma essendo per lo meno carina (la catena), ho pensato di riportarla qua:

L’università è tutta un film:

– l’esame –> the milionare
– il prof –> annibal the cannibal
– il sorriso dell’assistente –> l’enigmista
– la media del 30 –> mission impossible
– quelli che passano l’esame –> shindler’s list
– i raccomandati –> gli intoccabili
– la laurea –> alla ricerca della felicità  (questa è quella che mi ha fatto sorridere di più )

Poi ovviamente il messaggino finiva con il classico: questo messaggio ti è arrivato per portarti fortuna ai prossimi esami ma se vuoi che sia ancora più efficace mandalo a tutti gli universitari che conosci.

Cosa che ovviamente non ho fatto … ma era simpatico e mi sono detta che almeno qui sopra potevo riportarlo!

Lapsus freudiani

Stavo canticchiando e non so come mi sia uscita, ma forse è sintomatica:

 "Vieni, qui fra noi, come sabbia che scende dal cielo" …. (al posto di sabbia nell’originale c’è fiamma)

Si vede che questo non avere ancora la minima idea di cosa farò quest’estate incomincia a diventare un pensiero fin troppo ricorrente! E gli esami non sono ancora iniziati!

Finalmente gli azzurri … in azzurro!

Sono arrivata a casa stasera giusto in tempo per vedere l’ultimo goal (bellissimo, soprattutto il meraviglioso passaggio di Pirlo per Beppe Rossi che speriamo davvero la Juve non se lo faccia sfuggire!) dell’Italia contro gli Stati Uniti nella prima partita degli azzurri nella Confederation Cup, diciamo il preludio ai mondiali del prossimo anno (e dire che sembra ieri che eravamo a festeggiare gli "eroi" di Berlino!) in Sud Africa.

Non ho visto la partita e quindi nessun commento … ma caspita, che bella la maglietta di quel colore: è stupenda! Forse ancora un po’ più chiaro sarebbe stato il top, ma sicuramente meglio delle maglie blu!
Peccato per l’abbinamento con il marrone dei pantaloncini, ma in effetti trovare un altro colore non troppo appariscente da abbinargli non è facile (ma un bel bianco no?) … tutti azzurri sarebbero sembrati con il pigiama pronti ad andare a dormire!