Digressione

Sul tram – Il bimbo che saluta

Il bimbo (che ha la pelle di quel colore diverso dal mio e che a volte ci fa paura) che stamattina, seduto sul suo passeggino, maglia con cappuccio in testa, saluta chi sale sul tram con quel classico movimento del pugnetto che si apre e si chiude accompagnato da una vocina squillante: “Ciao!”.
#soncose (belle)

Ps: l’articolo l’ho modificato rispetto all’originale grazie al contributo di Emanuele qui sotto nei commenti.

Sul bus – Il tema non fatto

E’ un dialogo che ho sentito l’altra mattina sull’autobus. Da quando ho perso gli auricolari e non li ho ancora sostituiti capita che mi accorgo di più della vita che c’è intorno, capti dei dialoghi tra qualcuno che per forza di cose alle volte mi aiutano a trarne degli insegnamenti.
Ovviamente prendendo sempre l’autobus alla stessa ora le storie ch incrocio sono spesso le stesse, ma c’è comunque sempre una buona componente di personaggi non abitudinari.
L’altra mattina c’erano due ragazzi delle superiori, in ritardo.
Siamo alla fine della scuola, tempo di verdetti.
Uno chiede all’altro se ha riconsegnato il tema assegnato e il compagno guardando in basso dice che no, non ha riconsegnato il tema. “Tanto sono bocciato, che senso aveva consegnare il tema?”.
È un po’ laconica la cosa. Poi io scendo, ma continuo a ripensare a quella arrendevolezza contenuta nelle parole del ragazzo. Si è arreso.
Certo, non sarebbe stato forse il voto che avrebbe cambiato il suo destino scolastico, ma magari gli sarebbe servito per ritrovare un po’ di morale, a sapere che può valere più di un voto.
Che ce la può fare. Che ce la possiamo fare, al di là dei nostri piccoli e grandi fallimenti.
Sono la prima a dover imparare la lezione.

Beati quelli

GirasoleBeati quelli che sanno ridere di se stessi: non finiranno mai di divertirsi.
Beati quelli che sanno distinguere un ciottolo da una montagna: eviteranno tanti fastidi.
Beati quelli che sanno ascoltare e tacere: impareranno molte cose nuove.
Beati quelli che sono attenti alle richieste degli altri: saranno dispensatori di gioia.
Beati sarete voi se saprete guardare con attenzione le piccole cose e serenamente quelle importanti: andrete lontano nella vita.
Beati voi se saprete apprezzare un sorriso e dimenticare uno sgarbo: il vostro cammino sarà sempre pieno di sole.
Beati voi se saprete interpretare con benevolenza gli atteggiamenti degli altri anche contro le apparenze: sarete giudicati ingenui ma questo è il prezzo dell’amore.
Beati quelli che pensano prima di agire: perche’‚ non si turberanno dell’imprevedibile.

Ci auguro di essere Emiliani

La terra continua a tremare in Emilia, e la sentiamo anche qui più a nord a volte.Ho amici da quelle parti, a cui in questi giorni penso molto spesso.

Oggi è giorno di lutto nazionale.

Ma se posso, proprio oggi vorrei farci un augurio. Essere Emiliani. Gente che si piega ma non si spezza, che sa arrivare al fondo ma sempre poi risalire. Che conoscono in fondo a tutto una sola parola, nonostante. Auguro a me, ma auguro a tutti di saperla mettere nel nostro vocabolario, quello della vita di tutti i giorni, nel nostro piccolo, senza aspettare un terremoto.

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Sul tram – La bambina

Come tutte le mattine arriva rumoreggiando il 4, la linea di metropolitana leggera che mi porta al lavoro.
Mi avvicino alla porta posteriore a passo svelto e magicamente la porta si apre senza che io debba schiacciare nessun pulsante.
Entro e trovo una bambina che mi guarda tutta sorridente e raggiante: è stata lei ad aprirmi la porta.
Non posso che ricambiarle il sorriso e pensare alla bellezza di incominciare la giornata così.
Non sono l’unica a beneficiarne, la bimba continua a divertirsi ad aprire la porta a quelli che stanno aspettando fuori di entrare. Così i sorrisi mattutini piano piano si moltiplicano.
Ah, i bambini, quante cose hanno da insegnarci!

L’immagine (bella) del calcio

Pep Guardiola è (ancora per poco) l’allenatore del Barca. Quel Barca dei miracoli, che ha vinto in pochi anni tutto quello che c’era da vincere, che ha prodotto uno dei migliori spettacoli calcistici di sempre.

Qualche settimana fa in una conferenza stampa alla presenza dei suoi giocatori, a cui aveva annunciato la notizia alla mattina, ha confermato il suo addio alla squadra catalana alla fine di questa stagione.

Ieri ha salutato il suo popolo, quello blaugrana, in occasione dell’ultima partita casalinga di quest’anno al Camp Nou.

Commozione sugli spalti, commozione per Guardiola, per i giocatori.

Sono immagini belle, lui che prende un microfono e dal centro del campo saluta, quel girotondo con i suoi giocatori e collaboratori intorno alle linee del centrocampo. Come fossero bambini. Penso sia questo il bello e l’importante della vita, saper prendere tutto con leggerezza, semplicità. Come un bambino, appunto.

E, mi si permetta, un bravo a Pep. Che ha saputo dire stop, ha saputo riconoscere che nella vita c’è anche altro rispetto al calcio (anche se si vedrà per quanto…). Non è da tutti e anzi … ce n’è soltanto da prendere esempio.

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Sul tram – Generazioni a confronto

Stesso tram.
Una signora, sembra sulla 50-ina, seduta, ha sulle gambe il suo netbook (?) griffato “Olivetti”, con la chiavetta internet Tim piantata ina una delle usb.
A fianco a lei una ragazza maneggia con un tablet di marca sconosciuta (ma che monta Andriod, l’ho riconosciuto dal data picker – nota a margine: ma con quei caratteroni sparati così grandi … e la privacy?).
Generazioni a confronto.

Sul tram

Come tutte le mattine sulla linea 4 passa l’agente di controllo.
Stamattina c’è quello simpatico, siciliano, che riesce a strapparti un sorriso con le sue battute.
Si avvicina ad un signore arabo con il suo bambino in braccio. Chiede al signore il biglietto, ma con un sorriso chiede al bambino di darglielo. Detto fatto, il bambino mette le mani nel portafoglio che il padre aveva aperto e porge il biglietto al controllore. Che divertito dallascena dice al bambino in tono scherzoso: “Mi dai anche 50 euro?”.
La risposta del bambino non si fa attendere: muove la testa a destra e a snistra pronunciando un categorico “no”.
Avrà 3 anni questo bambino, ma le idee le ha già chiarissime.