EleggiAMO l’Italia. Una proposta concreta di riforma elettorale.

Petizione

Nessun gioco è divertente se non ci sono regole condivise. E nessuna regola condivisa può essere scritta da una squadra sola.
Così abbiamo deciso di lanciare questo appello, pur facendo riferimento a orientamenti politici diversi: probabilmente alle prossime elezioni non voteremo neanche per lo stesso partito, ma abbiamo in comune il desiderio di riannodare il rapporto tra il Parlamento e i cittadini, tra la politica e la vita. E possiamo farlo solo cercando insieme un punto di convergenza e una generale condivisione in tempi brevi che conduca al varo di una legge elettorale veramente rappresentativa della volontà popolare. [Segue]

Cosa puoi fare?

  • firmare la petizione online 
  • mandare una mail di adesione a eleggiamolitalia@flars.net con
    in oggetto “Adesione campagna EleggiAmo l’Italia”, indicando
    nome, cognome e il numero di un documento.
  • seguire la pagina Facebook
  • e ovviamente condividere l’iniziativa

Dialoghi mattutini sull’autobus

Dialogo sull’autobus.
“Tanto siamo in ritardo, tagliamo? Tanto oggi pomeriggio dovevo andare a Settimo a prendere il telefono. Dai, dai, tagli con me?”.
Gira la domanda alla compagnia che però risponde con dei “ni”.
“Dai dai, tagliate anche voi…”.
“No dai, ho verifica (!)” “No guarda, ho finito le giustificazioni”. “No …”.
Morale, arriva la fermata utile per tagliare e … tutta la compagnia scende. Come volevasi dimostrare! 😉

Io & Smarty

Oggi  è successo che alle 11.40 ho incominciato a vedere la batteria dello smartphone scaricarsi e sono andata nello zaino per prendere il caricabatterie e … tadam, sorpresa! Non c’era.Così l’ho spento, per evitare che si scaricasse del tutto, e l’ho messo nella tasca della giacca, dove è rimasto fino a quando non ho provato ad accenderlo sul tram di ritorno a casa.

Quindi, niente pausa pranzo leggendo le ultime da twitter, niente distrazioni facili. No, soltanto il vecchio Nokia (che continua a far compagnia al più recente amico Smarty) con cui cominicare con il mondo. Quindi alla vecchia maniera. Ogni tanto guardare la posta sul browser, pranzo leggendo a casa della zia un libricino lasciato dai cugini stamattina sul tavolo. E meno male. Un po’ di “disintossicazione”, che non fa mai male. Complice sicuramente un pomeriggio di fuoco – domani sUccellinoi deve presentare un lavoro -, sono stata tutto il pomeriggio senza l’ansia compulsiva di guardare se-per-caso-c’è-una-mail, una notifica di qualsiasi genere. Niente di tutto questo.

Si, non posso non riconoscere che usare uno smartphone sia una cosa che fa essere sempre in comunicazione e per certi versi, paradossalmente, aiuta anche a migliorare il modo di stare in comunicazione. La mattina nei 40 minuti tra bus e tram che mi separano dall’ufficio leggo le mail (anche se raramente rispondo da lì, ma almeno mi faccio un’idea), leggo qualcosina su twitter – e se non è una giornata particolare me la cavo con poco -, sfoglio il FeedReader e leggo qualche articolo di giornale, solitamente gli editoriali de La Stampa. Diciamo che “inganno” il tempo. Tra l’altro mi son resa conto che l’uso dello smartphone ha considerevolmente ridotto il mio uso di Facebook – forse perché è più scomodo e dalla app si può fare un’azione alla volta e certe azioni come la condivisione non ho capito se son io che non so farle o proprio non c’è il modo – anche se forse in realtà lo ha semplicemente migliorato qualitativamente.

Ricordo il giorno in cui sono andata a comprarlo, Smarty, combattutta sul fatto che certo in effetti è un oggetto di cui si può fare a meno – e oggi è stato l’esempio – ma che una volta che hai, beh, oggettivamente non torneresti indietro per le molteplici possibilità, inutile negarlo, che ti da. Ad esempio adesso che in famiglia siamo tutti Smartphonizzati (abbiamo incominciato io il papà e poi a ruota tutti gli altri) abbiamo abolito l’uso tra di noi di sms. Andiamo di chat, Skebby e quant’altro. Però bisogna stare attenti a che non succeda che ognuno entri nel suo mondo virtuale, e il rischio è sempre in agguato.

E come sempre probabilmente il nocciolo sta sempre nel come usiamo gli oggetti che ci troviamo in mano. Equilibrio, anche qua! Insomma. Oggi ho provato che un po’ senza smartphone riesco a stare … ma se domani non dimentico il cavo di alimentazione a casa va bene uguale!

[ image – che ci azzecca come i cavoli a merenda ma mi piaceva – credit]

Serata Film in Casetta – Little Miss Sunshine

Ieri sera 3° puntata delle serate cinema organizzate da un gruppo di amici – che di volta in volta cresce. In principio fu “Up”. La seconda volta si passò al multisala: “I pinguini di Mr. Popper” vs. “Midnight in Paris”. Io ho optato per la seconda.

E ieri terza puntata. “Little Miss Sunshin” vs. “Inception”. E questa volta ho scelto il primo.

Una stravagante famiglia americana: una indaffarata ed affettuosa madre, uno zio –omosessuale- intellettuale amante di Proust, appena sopravvissuto da un tentato suicidio, un padre con l’ossessione di pubblicare un manuale per essere vincenti nella vita, un nonno con il vezzo di sniffare e di guardare riviste hard, un fratello quindicenne con la fissa di Nietzsche ed infine, la piccola Olive, che desidera immensamente partecipare ad una competizione di bellezza x bambine che si svolge in California. Seppur devastato dalle sconfitte individuali, il gruppo decide di partire, con un fatiscente furgone, per consentire alla piccola di concorrere alla finale di “Little Miss Sunshine”. Ha così inizio un viaggio precario, denso di eventi drammatici e grotteschi, capace, però, di descrivere, fotografare e raccontare l’umanità dei cosiddetti perdenti. Nel dilagante e stressante mito del successo c’è forse posto anche per la normalità degli sconfitti, dei falliti, di coloro che hanno il coraggio di mostrare le loro imbarazzanti pecche, di esibirsi ed incassare le loro quotidiane amarezze. Non un film travolgente ma felicemente salutare. Da non perdere il finale.

Questo è uno dei commenti che ho trovato su internet sul film, mi sembra che descriva molto bene il film nel suo complesso.

Appuntamento alla prossima puntata della serata film in casetta (nella sperana che la vicina non ne abbia troppo a male della confusione generata dalla presenza di una 30ina di amici in un appartamento)!

In una cantina

Ascoltavo Jovanotti nel suo live via twitter da uno “scantinato” nel ChineTown a NY. Stava facendo le prove per i suoi live nei club in terra americana. Nuovo sound, le solite canzoni che però così diventano nuove.
E oltre ad ammirare il Jovanotti artista che ci permette di entrare e ascoltare le sue “session”, qualche pensiero a quando anche io qualche anno fa, con la mia chitarrina, qualche amico, ci trovavamo il venerdì poneriggio, chi dopo lavoro, chi dopo scuola, chi l’università per suonare. Due ore magiche. A far fare quello che si voleva al proprio strumento. Ci chiamavamo WIP.
E io, io devo confessarlo, facevo di tutto per arrivare un po’ prima per sedermi alla batteria e battere su quei tamburi, dar fiato al rullante o scuotere un po’ i piatti. In una cantina, due microfoni, un mixerino, tastiera, un basso…la musica è questo. Per Jova ma anche per noi.
Stasera un tuffo nei ricordi.

Tav. Esisterà una via di mezzo?

L’attualità ultimamente offre diversi spunti su cui andrebbero fatte delle riflessioni.

Cominiciamo dalla Tav?

E’ mai possibile che non si riesca ad uscire, da una parte e dall’altra dalle proprie ideologie? Mi rifiuto di credere che esistano soltanto pregi da una parte o soltanto difetti dall’altra. Pare troppo difficile cercare di mettere da parte la sciarpetta da tifoso e contestare per partito perso a tutti i costi e incominciare a ragionare anche in un’ottica collettiva – sono cittadino del mondo e abito in Val Susa, ma questo non vuol dire che la Val Susa sia “mia”?

Non non lo vado a cercare, ma so per certo di aver postato su questo blog qualche anno fa un documento pro-NoTav. Ebbene, non dico che abbia cambiato idea, ma forse questa ossessiva ricerca di equilibri mi fa cercare di guardare le cose con più obiettività. Non so chi abbia ragione, se esista una ragione. E’ difficile orientarsi, o è tutto pro o è tutto contro, vie di mezzo non mi sembrano per il momento contemplate. Ma spero che si trovino – un po’ perdo io, un po’ perdi tu – perché si potrebbe finalmente dire di essere cresciuti un po’, come popolo, capace di andare al di là dallo stereotipo “not in my garden.

DALLAsu continua a scrivere e cantare per noi, Lucio.

Ma l’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale

No, devo dire che non ero una gran fan di Lucio Dalla, che oggi ci ha lasciato. E non lo divento certo oggi. Semplicemente mi unisco al ricordo di tutti gli italiani per un grande artista che ha dato tanto tanto tanto con la sua musica, che magari cercherò di riscoprire un po’, al di là del piacere o meno musicale.

Stasera a cena parlando della cosa la sorellina, ggggiovane lei, non sapeva chi fosse Lucio Dalla. Differenze culturali notevoli ormai, se il vincitore di Sanremo giovani non sa cantare “Il ragazzo della via Gluck” e questi giovani non sanno intonare “C’era un ragazzo …”.

edit: bello il pezzo del Sole24Ore: “Dieci canzoni per per spiegare Lucio Dalla a vostro figlio

Con Lucio se ne va un bel pezzo della musica italiana, quella che ha fatto la storia di questo paese, che ha fatto crescere e crescere generazioni che non avevano un iPod, che si trovavano intorno ad un fuoco con la chitarra a suonare certi pezzi che rimarranno nella storia. E a proposito di iPod, ecco un tweet (si, perché anche io ho saputo la notizia via Twitter, dove continuano i messaggi in suo cordoglio) davvero simpatico e a modo, secondo me gli sarebbe piaciuto.

Dite a Dio che invece di richiamare a se tutti questi cantanti può comprarsi un ipod.. #luciodalla

30 febbraio

Oggi 30 febbraio, dovrebbe essere la giornata mondiale del riposo. Come se questa giornata non esistesse proprio.
Una giornata dedicata a fare tutte quelle cose che negli altri 366 giorni non riusciamo a fare. Come dire, un giorno sabbatico. Lontano da tutto e da tutti. Come un giorno che non c’è.
Quella giornata in cui si mangia e non si ingrassa, niente fa soffrire, tutto fa ridere. La fame nel mondo è sconfitta, le guerre non esistono, non ce l’ho con nessuno, tutti mi vogliono bene.
La Juve vince lo scudetto.
Dove ognuno ha un lavoro, la mafia e la corruzione sono state sconfitte. Gli studenti studiano e passano tutti gli esami. Nessuno più muore. E quante altre mille cose!
Una giornata dedicata a dire quello che non possiamo dire negli altri giorni. Come ad esempio che nella  Quaresima quest’anno il mio fioretto è stato mettermi un orario massimo per andare a dormire. L’avrò rispettato una volta al massimo, si e no. E la prospettiva non è rosea per niente, ma ne ero consapevole.
Ecco, meno male che esiste il 30 febbraio (o 29 che dir si voglia negli anni non bisesti).

Come dite? Il 30 febbraio non esiste? Opppps, allora ho parlato troppo 😀
Però la storia del giorno sabbatico continua a non rimanere male, eh! Ma forse in fondo, meno male che non esiste questo 30febbraio, sai che monotonia.

ps: altre cose da fare il 30 febbraio? 😛