Sono partita stamattina alla volta di un paesino vicino a Lisbona dove in questi giorni si svolgerà un seminario sul mondo della comunicazione.
Il viaggio è stato molto, come dire, interessante, e non solo per l'atterraggio molto "sportivo" (ma chè, il pilota ha chiesto allo stewart di fare l'atterraggio?).
Non sono al primo viaggio aereo – con quello di oggi si contano esattamente sulle dita di una
mano – ma le altre esperienze, con Alitalia il primo volo e Blue-Express l'altra volta erano state abbastanza più easy. E non uso questa parola a caso, visto che questa volta ho viaggiato verso Lisbona proprio con EasyJet, che ho scoperto non avere molto di "easy".
Il primo scoglio è stato preparare la valigia che rientrasse nei canoni chiesti dalla compagnia arancione: come portare la valigia e il computer potendo portare un solo bagaglio a mano? Avevo risolto il problema in modo pratico: un po' nella valigia e un po' dentro lo zaino con il computer e gli accessori ridotti all'osso (solo il caricabatterie e un mini disco esterno).
Il check-in era già fatto quindi prima dei controlli la prima "prova" valigia superata a pieni voti e nastrino adesivo arancione conquistato! Uno ragazzo del gruppo con cui viaggiavo però, per una questione di millimetri non ha superato lo scoglio e così ha dovuto imbarcare il bagaglio. Super super super fiscali, era veramente una questione di millimetri, ma non hanno voluto sentire ragione. La cosa che mi ha lasciata un po' interdetta, devo dire, è stata il fatto che al gate tutti ci siamo dovuti rimbattere nella prova misura della valigia: ma non bastava una sola volta? Certo, una volta superati i controlli avrei potuto comprare di tutto, ma mi è sembrata una politica estremamente eccessiva.
Ripropongo il quesito: easy jet: cosa c'è di easy?