WYD08

[…] fate sì che l’amore unificante sia la vostra misura; l’amore durevole sia la vostra sfida; l’amore che si dona la vostra missione! […]

[…] amore che dissolve l’incertezza; amore che supera la paura del tradimento; amore che porta in sé l’eternità; il vero amore che ci introduce in una unità che permane! […]

(dal "colloquio" di Papa Benedetto con i giovani alla Veglia della GMG a Sydney )

Punta sempre in alto Benedetto, eh!
E come ho già detto: non le manda certo a dire!
E’ schietto e diretto, perché sa che i giovani non hanno bisogno di "minestrine", ma vogliono qualcosa di forte. E si fida di loro, si fida di noi e ci dice le cose così come ce le vogliamo sentire!

ps. sto seguendo la diretta (in replica) da Sydney … e negli occhi tornano le immagini di Loreto, le parole del Papa di allora, la notte sotto le stelle, la spianata di Montorso colorata da 500.000 luci, i fuochi d’artificio, "Dall’aurora al tramonto" come sveglia alle 6.00 di mattina e tante, tantissime altre "fotografie" di quei giorni … ma la finisco qui che altrimenti mi vengono i lucciconi agli occhi …

Y ahora:

MADRID 11

Dopo il "salto" c’è la tag cloud (le parole più utilizzate), realizzata con Wordle, del discorso di Papa Benedetto alla Veglia

Clicca sull’immagine per vederla nella sua dimensione originale.

Tag cloud del discorso

Ratisbona 2, la vendetta!

Come in occasione delle polemiche dopo il 1° maggio scorso, anche questa volta stavo (volontariamente) "sorvolando" una delle questioni più "scottanti di questi giorni".

Ma mi sembra di dover dare giusto risalto a delle ottime riflessioni sulla questione, che condivido in ogni parola, virgola, spazio e ritorni a capo compresi, aggiungendo, se mi è permesso, qualche piccola considerazione, perchè io sono più "terra terra" nei miei ragionamenti anche se vorrei arrivare alla stessa conclusione

[…] però il discorso torna sempre lì: il rispetto. E’ l’unica strada possibile per il dialogo. Ma spiace vedere che (quasi) sempre i pregiudizi e le ideologie finiscono per prevalere, da una parte e dall’altra. […]

ps. si può citare, vero?

La questione è la seguente: Papa Benedetto è stato invitato all’inaugurazione dell’anno accademico all’Università "La Sapienza" di Roma; alcuni professori hanno fatto sapere che non è il benvenuto per sue fantomatiche parole durante un discorso quando era ancora Cardinale a Parma, nel lontano 1990.

Dunque dunque. Riordiniamo le idee.

Prima di tutto, il Papa non terrà, come era previsto, una "Lectio magistralis" (si scriverà così?), ma un semplice discorso.

Secondo punto, molto più importante.
La malafede o l’ignoranza, non so quale scegliere (e non so quale sperare) di professori universitari (sic!), giornalisti, che aprono Wikipedia (che ricordo, è tanto utile quanto da prendere con le pinze, essendo aperta alla modifica di tutti), leggono una citazione e NON ne verificano la fonte prendendola per oro colato e sganciandola dal suo contesto.

Finisce così che si decontestualizzi non una frase, ma addirittura una citazione fatta dall’allora Cardinale.

L’onesta intellettuale (che probabilmente non appartiene a chi ha sottoscritto il documento mandato al Magnifico Rettore dell’università romana) vorrebbe che, dopo aver letto la citazione, si andasse a riprendere quel discorso del 1990 per capire quando, come e perchè Ratzinger avesse citato quella frase.
E poi, solo in quel momento, trarre le dovute conclusioni.

Sul blog di Raffaella trovate il passaggio incriminato. Mi spiace che il blog sia "di parte" … ma non ho ancora trovato nessun blog che, pur "avendocela" con il Papa, riporti tale testo. Se qualcuno ha notizie al riguardo, cambio volentieri il link per dare voce anche a chi la pensa in modo diverso.

Notate l’ultima parte del discorso, riferita alla citazione appena sopra:

Sarebbe assurdo costruire sulla base di queste affermazioni una frettolosa apologetica

Notate i termini in grassetto: è evidente come Ratzinger prenda nettamente le distanze dal passo da lui citato (e che qualcuno spieghi a questi illuminati professori di fisica che le citazioni non sono sempre fatte condividendo ciò che si cita).

Sembra Ratisbona 2, la vendetta.
Non so quanto ci sia di voluto in questa storia, fatto sta che i 67 o quanti professori che hanno presentato questa lettera hanno fatto, a parere della sottoscritta, una figura a dir poco pessima.
Di credibilità, anche. Perchè da chi impugna il cosidetto "metodo scientifico", certe uscite come questa non ce le si aspetterebbe.

Poi, santa pazienza. Liberi di credere che quello che dice il Papa siano cretinate, liberi di credere quello che si vuole. Nessuno vuole imporre nulla. Ognuno secondo la sua coscienza. Però ecco, ritorniamo lì: il rispetto. Da entrambe le parti, ovviamente, perchè tante volte c’è il rischio di cadere in "integralismo" (passatemi il termine) opposto.
Hanno invitato il Papa all’inaugurazione dell’Università "La Sapienza" di Roma (fondata tra l’altro, da un Papa)? Bene. Ascoltiamo cosa dice e poi dopo possiamo discutere. Nel rispetto pieno delle proprie opinioni personali, che nessuno vuole cambiare. Ma non mistifichiamo la realtà.

Capite bene che quando si parte da questo presupposto di pregiudizio … è ben difficile attuare un dialogo. Perchè, come mi è parso di imparare in questi anni, dialogo vuol dire spogliarsi (non cancellare o disconoscere, attenzione!) delle proprie idee per accogliere quelle dell’altro. Che possiamo condividere o meno. Nel rispetto delle diversità, senza però perdere o nascondere la propria identità.
Ma prima di tutto in un dialogo è necessario l’ascolto libero da pregiudizi, da entrambe le parti.

E via con questa storia della Chiesa vs. Galileo.
Giovanni Paolo II, che forse aveva solo un modo più "comunicativo" di dire le cose, che però sono le stesse che ripete Papa Benedetto, ha chiesto scusa una volta per tutte. Non facciamo finta di niente.

Ieri ho sentito parlare uno psicologo molto in gamba. Ad un certo punto ha fatto una parentesi sulla fede.
Diceva questo:

La fede è la luce della ragione.

Mi ritrovo, per esperienza, nelle sue parole.

E a chi tirerà fuori la questione della "laicità" dello Stato, ragionevolmente, mi spieghi la differenza se all’università interviene il Dalai Lama (a cui viene data anche una laurea honoris causa) o il Papa. Perchè non trovo la differenza.

My 2 cents.

Visto che già se ne parla poco …

Volevo rimanerne fuori, ma poi ho letto un bel post  e allora non posso esimermi dal dire la mia.

Cosa è successo tutti lo sanno.

Il presentatore del "Concertone" del 1maggio si è lasciato andare a qualche parola di troppo contro il Papa e il Vaticano. Non riporto le parole perchè tanto tutti le conoscete.
In giro di parla di "satira".
Ma la satira non è quella che fa ridere? A me poco sembra satira .. ma piuttosto delle "accuse".

Il mio pensiero è espresso molto bene nel post citato sopra, che non è molto dissimile da un mio di qualche tempo fa, soprattutto nelle conclusioni, per cui non mi dilungo tanto.

Permettetemi però una piccola aggiunta.

Gramellini stamattina su "La Stampa" cerca di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, chiedendo buon senso da entrambe le parti.

Secondo me, in tutti questi discorsi (molto) pro e (poco) contro le frasi di Rivera si dimentica il momento particolare che si vive in Italia nella "guerra Stato-Vaticano".

Cioè, ricordiamoci che in questo momento il presidente della CEI gira (e celebra Messa!) con la scorta (fino a che punti bisogna arrivare!) per via di proiettili "vaganti". Parliamo di proiettili, non di noccioline, eh! (che poi siano a scopo "dimostrativo" è un altro discorso. Ma vorrei sapere cosa provereste voi ad aprire la vostra posta e trovarci dentro un proiettile…)

Non vi piace cosa dice Monsignor Bagnasco? Cambiate canale, girate la pagina del giornale, cambiate stazione radiofonica, fate quello che volete. Ma caspita, potrà dire la sua?? Nessuno vi obbliga a stare a sentirlo! E soprattutto: andate a leggere i testi ufficiali o cercate di sentire con le vostre orecchie cosa dicono le persone (vale per Mons. Bagnasco come per quello che dice la postina) perchè fermarsi al lancio di agenzia o al titolone sul giornale è molto più semplice, ma rischia molte volte di farci "bere" cose inesatte.

Ecco, voglio dire. Il signor Rivera poteva certo scegliere un altro momento per esporre le sue idee.
Mi sembra che in un clima arroventato come quello che si vive in questo periodo, tutto c’era bisogno fuorchè qualcuno che aizzasse gli animi.
E qualcuno ancora si stupisce se poi l’Osservatore Romano prende una posizione magari con parole un po’ "forti", ma abbastanza ovvia? Doveva dire: "Si, bravo, bis"??

E nessuno vuole togliere la libertà di espressione, come invece qualcuno pensa (e ci sarebbe da aprire un capitolo immenso qui: quando si dice al Papa che deve stare zitto, che deve pensare agli affari suoi non è cercare di togliere libertà di espressione? In quel caso va tutto bene?).