Repubblica.it & Harry Potter – La gaffe

Si aggiunge una gaffe al già lungo elenco di Repubblica.it. (sul blog di Paolo Attivissimo potrete trovare quelle  in campo "tecnologico")

L’articolo in questione è apparso questa sera sul sito on-line del quotidiano.

Si parla di Harry Potter. Come tanti ormai sanno, il maghetto più famoso al mondo rischia seriamente di morire nell’ultimo libro della serie, in opera di scrittura da parte dell’autrice, J.K. Rowling.
I due maggiori scrittori americani, John Irving e Stephen King, hanno chiesto che questo non avvenga.

Ma il punto non è questo. Si può essere a favore o meno (io poi non sono una fan del maghetto, per cui la cosa mi tocca relativamente).

Nel suo articolo il giornalista (sempre che on-line scriva davvero un giornalista) redige un elenco dei personaggi che potrebbero morire nell’ultima puntata di Harry Potter (si, perchè le morti dovrebbero essere di due protagonisti).
Copio e incollo dall’articolo (per previdenza ho fatto uno screenshot della pagina, se mai si accorgessero dell’errore):

  • E allora, visto che l’autrice ha preannunciato la morte di due dei personaggi, chi abbandonerà la scena? Se non sarà Harry, forse Silente, il preside della scuola, o la professora Mc granit? O ancora, il professor Severus, o il gigantesco Agreed? Oppure l’amichetta di Harry, Ermione, o il fido compagno Ron? E chi non scommetterebbe sul cattivo Voldemort, che da sempre ha un conto aperto con il maghetto?

Ho letto bene? Silente?
L’ho scritto sopra: non sono una fan di Harry Potter e non ho mai aperto un libro.
Però mia sorella è patita (infatti le ho regalato per il nostro compleanno la nuova uscita "Il principe mezzosangue") e qualcosa lo so.
Proprio nell’ultimo libro uscito, Il Principe di Mezzosangue, Silente viene ucciso da Piton.

Certo, non sarebbe il primo personaggio a "resuscitare".
Credo che però l’errore sia stato dettato esclusivamente dalla poca "preparazione" e competenza di chi ha scritto il pezzo.

E’ balzato agli occhi a me che non me ne intendo. Non immagino cosa abbiano pensato gli amanti della saga.

Bene. Repubblica.it ha fatto la sua figuraccia.

Insomma, voglio dire. Non tutti sono tenuti a sapere ogni passaggio del libro. Ma mi sembra che se uno deve fare un articolo su un determinato argomento, sia meglio prima prepararsi per evitare figure come questa.
Che per carità, sarà balzata all’occhio solo a me. Ma denota una certa poca preparazione e competenza in chi scrive.

A chiamarla privacy – Revolution

Un post a metà tra i blog-links e gli incontri ravvicinati. Ma lo ritengo più appropriato nella seconda categoria.

Un prof racconta la maturità della sua classe (è linkato solo l’ultimo post della "saga"). Con tanto di riferimento ai blog dei suoi alunni (ne segnalo uno a caso), che legge e commenta.

Un brivido mi pervade la schiena: e se i miei prof mi leggessero?

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A chiamarla privacy – Reloaded

Per la serie "incontri ravvicinati sui blog" si aggiungono due nuovi episodi.

Tempo fa avevo assistito alla rimpatriatra tra vicini.
Oggi invece tocca al padre che apre il diario (virtuale) del figlio.

E stassera, googlando, ho trovato il blog di mio cugino. Adesso voglio vedere se lui riesce a trovare il mio. Tanto, a questo punto, non c’è più niente da nascondere.
Quanto è piccolo il mondo!

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Bisogno di cruciverba

Ho notato in questi giorni molta pubblicità per riviste di enigmistica da portare con se sotto l’ombrellone: si sa, un bel cruciverba o per i più "moderni" un bel sudoku non si rifiuta mai.

Che io ricordi, però, negli scorsi anni non c’era stata tutta questa pubblicità che c’è in questi giorni. Anzi. Forse non c’era per niente!

Chi mi sa spiegare il motivo per cui la Settimana Enigmistica – per citarne uno – ha sentito il bisogno di lanciare la pubblicità in televisione e in radio?

Il pallone c’è

Come forse saprete, la particolarità dei palloni di questo mondiale è quella che sullo stesso sono riportati i nomi delle squadre in campo, in nome della città e l’ora della partita. Insomma. Ogni partita ha il suo pallone personalizzato.

Ovviamente tutto questo discorso vale anche per la finale. Con la differenza che il colore delle "macchie" è oro, invece che argento.

A presentarlo sono stati Marco Tardelli per l’Italia e non so chi per la Francia.

E’ interessante notare la maglietta che porta Tardelli. Azzurra, con il simbolo dell’Adidas, sponsor ufficiale e produttore dei palloni. L’avevate mai vista prima? Il tizio francese porta invece la classica maglietta da gioco della Francia. Perchè Tardelli non fa lo stesso?

Semplice. La casacca italiana è firmata Puma. E l’Adidas non potrebbe mai permettere che uno sponsor rivale finisca nella foto di lancio di un proprio prodotto. I Mondiali sono anche questo.