Ieri sera 3° puntata delle serate cinema organizzate da un gruppo di amici – che di volta in volta cresce. In principio fu “Up”. La seconda volta si passò al multisala: “I pinguini di Mr. Popper” vs. “Midnight in Paris”. Io ho optato per la seconda.
E ieri terza puntata. “Little Miss Sunshin” vs. “Inception”. E questa volta ho scelto il primo.
Una stravagante famiglia americana: una indaffarata ed affettuosa madre, uno zio –omosessuale- intellettuale amante di Proust, appena sopravvissuto da un tentato suicidio, un padre con l’ossessione di pubblicare un manuale per essere vincenti nella vita, un nonno con il vezzo di sniffare e di guardare riviste hard, un fratello quindicenne con la fissa di Nietzsche ed infine, la piccola Olive, che desidera immensamente partecipare ad una competizione di bellezza x bambine che si svolge in California. Seppur devastato dalle sconfitte individuali, il gruppo decide di partire, con un fatiscente furgone, per consentire alla piccola di concorrere alla finale di “Little Miss Sunshine”. Ha così inizio un viaggio precario, denso di eventi drammatici e grotteschi, capace, però, di descrivere, fotografare e raccontare l’umanità dei cosiddetti perdenti. Nel dilagante e stressante mito del successo c’è forse posto anche per la normalità degli sconfitti, dei falliti, di coloro che hanno il coraggio di mostrare le loro imbarazzanti pecche, di esibirsi ed incassare le loro quotidiane amarezze. Non un film travolgente ma felicemente salutare. Da non perdere il finale.
Questo è uno dei commenti che ho trovato su internet sul film, mi sembra che descriva molto bene il film nel suo complesso.
Appuntamento alla prossima puntata della serata film in casetta (nella sperana che la vicina non ne abbia troppo a male della confusione generata dalla presenza di una 30ina di amici in un appartamento)!