Quando l’italiano è un optional!

Non che poi io non mi faccia le mie belle figure con l’italiano … ma diciamo che pur essendo un "tecnico", ho i miei buoni pruriti quando sento sbagliare un congiuntivo (anche dal mio prof di italiano del bienno alle superiori, che mi aveva nominato in veste ufficiale come colei che doveva correggerlo quando sbagliava … della serie no comment!), o sento ad esempio mia mamma che si ostina a dire "dirgli" anche quando si riferisce a mia sorella (qui sarà invece che mi è rimasto il trauma di essere passata al triennio sotto le grinfie di una prof che ci teneva parecchio che venisse usato un italiano corretto).

Ecco, detto questo … mi viene proprio da dire a chi ha scritto questo titolo: ma almeno l’itagliano sallo, no?

La bambola

Oggi pomeriggio ero in cartoleria e c’erano due signore (ST) sui trentacinque anni che riempivano di domande la povera commessa (C).

ST : "Senti, hai mica uno di quei sacchetti per metterci dentro il regalo"?
C: "Uhm, aspetta che guardo, eh … ehm si, però vedi, è abbastanza piccolo. Che regalo è?"
ST: "Una bambola"
C: "Ah, e no, qui proprio non ci entra, vedi? E’ un problema di lunghezza."
ST: "Vabbè, allora hai la carta normale, quella a fogli?"
C: "Si, eccola qui. Quale volete?"

Le due scartabellano sul bancone quello che gli viene proposto.
C: "Questa va bene?", fa la commessa mostrando una bella carta di Winnie Pooh.
ST: "Eh, no. Il regalo non è per un bambino, è per un adulto, ci vuole qualcosa di più "neutro"! "

La commessa si gira e mi guarda perplessa.
C: "Ah, scusa, avevi detto che era per incartare una bambola …"
ST: "Si, ma è per un adulto".

Ce n’è di gente strana, eh, in giro! 

Elezioni americane: la lezione di McCain

L’America ha scelto.

Barack Obama è il 44° presidente degli Stati Uniti d’America.

Sembra che ci sia aria di cambiamento nel mondo dopo questo voto. E speriamo davvero che sarà così, perché Obama è atteso da grandi sfide.

Sono contenta della scelta degli Americani, anche se su alcuni punti il programma del vincitore mi convince poco. Ma nella vita bisogna sapersi accontentare.

Quello che vorrei sottolineare di questi giorni, però, è il discorso di commiato di McCain, candidato repubblicano, lo "sconfitto".
Mi ha impressionato perché mi ha dato l’idea di cosa debba essere la Politica, di cosa è la Democrazia e di quanto noi, di qualsiasi colore sia chi ci rappresenta, ne siamo distanti.

Non solo ha fatto i complimenti ad Obama per la sua vittioria, ma ha detto che è il suo Presidente, ha azzittito chi dalla platea fischiava e ha dato una lezione di cosa voglia dire gareggiare onestamente e saper rendere merito all’avversario e prendersi le proprie responsabilità per la sconfitta.

Era amareggiato McCain, e non poteva essere altrimenti, ma si è dimostrato prima di tutto corretto.

Magari è stato un discorso studiato, calcolato a tavolino, però ha colpito e dispiace che i media non abbiano saputo metterlo in risalto in modo efficace.

Potrei dire tante cose, ma lascio lo spazio ad un bell’articolo apparso sul Messaggero che esprime quello che avrei voluto dire io.

Onore dunque a McCain, che ci ha fatto cogliere in tutta la sua pesantezza la crisi "politica" che versa dalle nostre parti.

L’America dunque "cambia", affidando il timone del governo più importante del mondo ad un uomo giovane, di soli 47 anni, che dimostra con cose "semplici" (come ad esempio mettere sul proprio account di Flick le foto della sua elezione, da cui è tratta la foto qui sopra) di voler dare un cambiamento.

Di errori ne farà tanti, non vorrei che le persone che festeggiavano in questi giorni si dimenticassero che capiterà anche a lui sbagliare e allora non sarà subito da prendere a "sassate". L’errore farà parte del gioco.

Noi abbiamo invece presidenti della Repubblica che se non hanno minimo ottan’anni non vengono eletti, presidenti del consiglio ultrasettantenti e abbronzati (perché parlava di sè stesso, vero?) che credono di fare gli spiritosi, che vogliono essere sempre al centro dell’attenzione internazionale con la regola universale "che se ne parli bene, che se ne parli male, l’importante è che se ne parli" e non si rendono conto che certe cose all’estero non sono tollerate, perché la Politica, quella vera, non è un gioco e uno scherzo.

E abbiamo anche un’opposizione che invece che cercare di "costruire", cerca di distruggere tutto quello che si può, mettendo in giro manifesti di indubbio poco gusto contro un ministro italiano che può anche aver detto cose "inopportune", ma che non è necessario mettere alla gogna pubblica in questo modo.

McCain, da sconfitto, ha dato una grande lezione. Ma ho il dubbio che qualcuno da queste parti la possa capire. A destra come a sinistra.

Sentita in tv

Stasera abbiamo cenato presto e così, facendo un po’ di zapping sulla tv tanto per ingannare un po’ il tempo, sono capitata su Canale5 e mi sono imbattuta nel suo pre-serale "Chi vuole essere milionario".

Penso di non dover spiegare a nessuno di cosa si tratta e per cui passo alla chicca di stasera.

Concorrente donna, 5° domanda:

"Chi pronuncia la frase "questo matrimonio non s’ha da fare" nei Promessi Sposi?"

Quattro opzioni come al solito: L’Innominato, Don Abbondio, Don Rodrigo, i Bravi.

Io penso: "Ma che facile, lo sanno tuttiiiii"!

Lei invece tentenna: "Mi pare siano i bravi, ma chiedo l’aiuto del pubblico".

Ehhhhhhh? 
L’aiuto del pubblico, per una domanda di questo genere? Dopo aver sciorinato i nomi dei due bravi, sintomo per per lo meno hai idea di cosa stiamo parlando?

Povera Italia!! (N.B. sono cosciente che l’Italia ha ben altro genere di problemi più seri con cui fare i conti e per cui dire "povera Italia", ma piuttosto che piangere preferisco fare un po’ di ironia)

Cioè, io sono molto ignorante perché ho fatto un istituto tecnico e se mi mettete in una sala degli Uffizi potrei avere (anzi, ho) qualche problema a riconoscere che cosa ho davanti, ma per lo meno so riconoscere senza bisogno dell’aiuto del pubblico chi ha pronunciato il secondo verso (si, lo so che i Promessi Sposi sono in prosa e quindi sto un po’ abusando di questo termine) più famoso della letteratura italiana dopo "Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita".

E attenzione, forse la cosa più scandalosa è che, premettendo che non so se l’aiuto del pubblico viene in qualche modo pilotato dagli autori del programma, l’opzione "bravi" non abbia avuto il 100% come sarebbe lecito aspettarsi per una domanda del genere, ma mi pare si attestasse intorno all’ 80%. Un buon 20% si è andato a perdere tra le altre varie opzioni.

Siamo un popolo di ignoranti?

[Immagine presa qui]

The day-after

A mente fredda forse si può dire che in realtà siamo già stati fortunati ad arrivare ai quarti. Per dirla proprio tutta. Sembrava che dopo la vittoria contro la Francia fossimo diventati chissà quali fenomeni. Ed invece eravamo rimasti la solita Italia mediocre.

Siamo forse l’unica squadra (per lo meno di quelle passate ai quarti, ma forse anche in generale) a non aver mai segnato su azione, ma sempre su palle inattive: Panucci di testa contro la Romania sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Pirlo su rigore e De Rossi su una punizione palesemente deviata contro la Francia.
E soprattutto siamo gli unici a non aver mai mandato a segno i propri attaccanti.

Pretendevamo forse di andare in semifinale con questi numeri?

Non si capisce come Toni, insieme a Buffon e forse Panucci e Zambrotta, sia stato uno dei pochi a giocare tutti i minuti di tutte le partite.

Non ne ha azzeccata una, se non contro la Romania quando ha segnato un goal ingiustamente annullato. Ma (prima e) dopo il nulla.
Donadoni doveva avere il coraggio di cambiare. Ha portato come suo alter-ego Borriello: doveva provarlo.
Perchè altrimenti viene da pensare che abbia portato il giocatore del Milan (ma l’anno scorso al Genoa) solo per accontentare la pressione mediatica che aveva nel "dover portare il giocatore".

E allora, in questo caso, si è dimostrato debole due volte. Perchè per essere il CT di una nazionale forte, bisogna avere il coraggio di fare scelte impopolari. Poi si possono prendere delle enormi cantonate, in un modo o in un altro.
Ma per lo meno, una volta "scelto", bisognerebbe dar "coerenza" alle proprie scelte.

E per essere un CT degno della nazionale, bisogna anche saper "rischiare": perchè non provare Del Piero – Cassano nel secondo tempo ieri?

E poi, perchè continuare ad utilizzare giocatori in ruoli non loro? Del Piero porterà anche il numero 7 … ma è tutt’altro che un’ala. Provarlo da seconda punta "vera" faceva troppo schifo? Vale lo stesso fosse stato Quagliarella o Di Natale, non è questo il punto.

Ci sono squadre che giocano senza "giganti" in attacco e vincono lo stesso: per fare l’attaccante non serve un’altezza > 175 cm, eh!

Io è dai primi 10 minuti contro l’Olanda che dico che Donadoni non può essere ct della Nazionale.
Il suo primo errore è stato lì, non cambiare subito prima che il tutto diventasse ormai irreparabile.
L’ultimo errore è stato ieri, nella scelta dell’ordine dei rigoristi (prima vanno quelli "bravi": non solo tecnicamente, ma soprattutto quelli che hanno un po’ "d’esperienza" internazionale: se ben ricordate Grosso ai Mondiali, che era all’epoca ancora un po’ "acerbo" dal punto di vista di esperienza internazionale, fu messo per ultimo: si poteva fare con Di Natale questa volta).

Nel mezzo un sacco di fesserie, anche abbastanza ovvie da uno che nella sua carriera ha allenato solo il Livorno (con tutto rispetto). Mi chiedo che senso avesse sceglierlo come selezionatore dopo il mondiale vinto da Lippi.

Mai gli stessi 11 in campo – con infortuni e squalifiche ci può stare, ma suppongo che a parte la difesa, il resto della squadra sia sempre cambiato -, mai un cambio di schema, quasi farlo significasse ammettere i proprio sbagli. Sempre palla lunga e pedalare. Qualche cross (il Zambrotta visto in campo è un lontano parente di quello che giocava nella Juve … Milan, la tua rifondazione parte di qui? Auguri!) per Toni a cui ovviamente non riusciva niente. Palle in verticali non mi pare di averne mai viste ieri. Qualche sprazzo con la Francia e forse la Romania con Pirlo. Ma poi stop.

L’errore più grave è comunque stato il suo giustificare tutto e tutti a prescindere. Non serve mettere alla gogna nessuno, perchè quello porterebbe solo destabilizzazione nell’ambiente … ma dire che si poteva fare meglio non è peccato.
Dopo la partita dell’Olanda pare anche che se la sia presa con Buffon per le sue scuse "pubbliche". Con chi ci aveva messo la faccia dopo la figuraccia peggiore che io ricordi – per non andare troppo indietro.
E’ vero che non è facile ammettere i propri errori. Ma sarebbe un gran punto a suo favore, che forse potrebbe coprire le mancanze "tecniche".

Poi ovvio, a posteriori siamo tutti bravi a fare il ct e con i se e con i ma non si fa la storia. Ma qualche piccola considerazione si.

Adesso che si rifondi.
Di giovani bravi (e forse un po’ più affamati di certe patate bollite che si trascinavano in campo ieri sera) ce ne sono (anche il povero Aquilani che ieri sera sembrava dovesse salvare la patria, ma certo non è stato messo in condizione per farlo, oltre a non averne l’esperienza): basta puntare su di loro fin da subito, dare il benservito a quelli più cotti del gruppo "mundial" e lasciare che questi due anni di qualificazione ai mondiali del Sud Africa servano ad amalgamare per bene il gruppo.

Ma siamo in Italia. Difficilmente sarà così. Gli intoccabili che zombettavano per il campo ieri sera ce li troveremo in campo in Sud Africa. Ci scommettiamo?

Ah … e comunque le pagelle di Zucconi su Repubblica riconciliano sempre con il calcio.

Ancora Trenitalia

Anche se mi rendo conto che (s)parlare di Trenitalia è come sparare sulla Croce Rossa, ieri su La Stampa, nella rubrica "Specchio dei tempi" – la rubrica delle lettere dei lettori nella sezione di Torino – è apparso ciò:

«A distanza di due anni e quattro mesi dalla richiesta di un bonus per un ritardo ricevo da Trenitalia la lettera prot. 070705-37-013 di cui cito questo " fioretto":
“Il ritardo maturato in corso di viaggio, pari a 54 minuti, non supera il limite di 30 minuti previsto dalla Carta dei Servizi per il riconoscimento del bonus”. «A parte eventuali considerazioni sul lungo tempo intercorso tra richiesta e risposta mi pare evidente che Trenitalia non conosca l’aritmetica».

Tra l’altro, rileggendo il sito dove ci sono le istruzioni su cosa allegare per il rimborso, leggo un po’ più in basso del pezzo già citato nel post precedente:

[…] ed inserendo il biglietto di viaggio e la prenotazione del posto a sedere (nel caso di biglietti senza contestuale assegnazione del posto) o il biglietto emesso per il treno in ritardo “senza garanzia del posto a sedere”, quando previsto, o il biglietto rilasciato a bordo.

Ma solo a me sembra che tutto ciò non sia che scritto per confondere ancora di più le idee?
Faccio davvero difficoltà a capire che cosa voglia dire la parte in grassetto …

Intanto sabato è partita la mia e-mail: si attende risposta … tolto il weekend, l’ufficio in questione apriva stamattina alle 8 … per il momento tutto tace. Dovrò aspettare due anni pure io oppure un giorno riceverò una gradita "sopresa" nella buca delle lettere senza che nessuno mi dica niente??

Trenitalia fa la furba?

Il 9 maggio sono andata alla stazione di Torino per inoltrare la richiesta di un bonus per il ritardo dei due treni con cui sono andata a Roma a inizio maggio.

Il ritardo in tutti e due i casi superava la mezz’ora richiesta e mi sembrava fosse il minimo richiedere il bonus, anche perchè saprei già come utilizzarlo bene

Mi è arrivata oggi la lettera di Trenitalia che mi informa che uno dei due biglietti, precisamente quello del 04/05 (il ritorno) non me lo possono "rimborsare" perchè, leggo, "incompleta di prenotazione del posto, necessaria per il rilascio del bonus".

Ora. La cosa mi fa girare le scatole, perchè il suddetto treno NON ha obbligo di prenotazione, per cui può benissimo essere (non è il mio caso) che io abbia fatto il biglietto la mattina stessa e non c’erano più posti da prenotare…
E poi, che cosa c’entra il fatto della prenotazione o meno? I miei 45 e fischia euro gliel’ho lasciati lo stesso a Trenitalia, e anzi, se non ci fossero stati "sei angeli" forse il viaggio l’avrei fatto in bel altro modo, cosa che è toccata ad altre tantissime persone (il treno era così affollato che non si riusciva ad aprire la porta dello scompartimento!! … neanche mettere due treni in più alla fine del ponte del I°maggio di quest’anno sono stati capaci!).

Poi capisco che questo benedetto treno delle 13.46 da Roma sia sempre (e dico sempre!) in ritardo (e quasi sempre più di mezz’ora) e ne abbiano le scatole piene di dare bonus … però questi sono fatti di Trenitalia, non dei viaggiatori, che anzi, avrebbero solo da lamentarsi!

Ho guardato sul sito di Trenitalia come sono esattamente le condizioni del rimborso.
Dopo dieci minuti per trovare la pagina giusta (!!), questo è quello che dice il sito di Trenitalia a proposito:

Per fare richiesta è necessario:
– avere prenotato, quando previsto (anche se solo il treno nel caso di biglietto senza garanzia del posto a sedere).

E quindi, visto che sul mio treno non era obbligatoria la prenotazione ( = non prevista??)?
E poi cosa caspita vuol dire "prenotare il treno"? 
Ma non si prenota solo il posto? Quando ho fatto il biglietto, il tizio mi ha detto che il treno era senza obbligo di prenotazione e che comunque non c’era più la possibilità di prenotare il posto. E mi ha fatto il biglietto "normale". Stop.

Scriverò a Trenitalia per andare a fondo della cosa … ma loro stanno tentando di fare i furbi o io sto prendendo un granchio?

E tanto per continuare  a rimarcare quanto sia grande la frittata fatta in questa occasione … si scoprono cose mooolto interessanti riguardo alla vicenda (testo citato dal blog nel link):

Sentire poi da gente che lavora in quell’università che, sotto sotto (ma neanche tanto sotto), rientra tutto in una strategia per le imminenti elezioni del nuovo rettore, mi mette addosso una tristezza…

Tristezza … e schifo!!!!!
MI tocca addirittura essere d’accordo con Liguori. Ma si può??
Sono sempre più convinta che una cosa del genere potesse succedere solo in Italia!
Per citare un commento letto in questo post che condivido.

speriamo che la notizia rimanga nascosta e non arrivi all’estero, cosa pensereste di un paese in cui la spazzatura sommerge una citta’ e il papa non puo’ parlare all’universita’?

Per il momento il risalto dato alla cosa all’estero è poco, fortunatamente!

PS: Il post è modificato rispetto all’originale perchè avevo messo un’immagine che, vista da un’altra angolazione non aveva più senso di stare (dall’immagine della galleria di Repubblica sembrava che "e" della frase fosse senza l’accento e ironizzavo su questa cosa … ma dalla seconda immagine del Corriere si vede bene che l’accento in questione è solo nascosto dalla piega del lenzuolo)

Ratisbona 2, la vendetta!

Come in occasione delle polemiche dopo il 1° maggio scorso, anche questa volta stavo (volontariamente) "sorvolando" una delle questioni più "scottanti di questi giorni".

Ma mi sembra di dover dare giusto risalto a delle ottime riflessioni sulla questione, che condivido in ogni parola, virgola, spazio e ritorni a capo compresi, aggiungendo, se mi è permesso, qualche piccola considerazione, perchè io sono più "terra terra" nei miei ragionamenti anche se vorrei arrivare alla stessa conclusione

[…] però il discorso torna sempre lì: il rispetto. E’ l’unica strada possibile per il dialogo. Ma spiace vedere che (quasi) sempre i pregiudizi e le ideologie finiscono per prevalere, da una parte e dall’altra. […]

ps. si può citare, vero?

La questione è la seguente: Papa Benedetto è stato invitato all’inaugurazione dell’anno accademico all’Università "La Sapienza" di Roma; alcuni professori hanno fatto sapere che non è il benvenuto per sue fantomatiche parole durante un discorso quando era ancora Cardinale a Parma, nel lontano 1990.

Dunque dunque. Riordiniamo le idee.

Prima di tutto, il Papa non terrà, come era previsto, una "Lectio magistralis" (si scriverà così?), ma un semplice discorso.

Secondo punto, molto più importante.
La malafede o l’ignoranza, non so quale scegliere (e non so quale sperare) di professori universitari (sic!), giornalisti, che aprono Wikipedia (che ricordo, è tanto utile quanto da prendere con le pinze, essendo aperta alla modifica di tutti), leggono una citazione e NON ne verificano la fonte prendendola per oro colato e sganciandola dal suo contesto.

Finisce così che si decontestualizzi non una frase, ma addirittura una citazione fatta dall’allora Cardinale.

L’onesta intellettuale (che probabilmente non appartiene a chi ha sottoscritto il documento mandato al Magnifico Rettore dell’università romana) vorrebbe che, dopo aver letto la citazione, si andasse a riprendere quel discorso del 1990 per capire quando, come e perchè Ratzinger avesse citato quella frase.
E poi, solo in quel momento, trarre le dovute conclusioni.

Sul blog di Raffaella trovate il passaggio incriminato. Mi spiace che il blog sia "di parte" … ma non ho ancora trovato nessun blog che, pur "avendocela" con il Papa, riporti tale testo. Se qualcuno ha notizie al riguardo, cambio volentieri il link per dare voce anche a chi la pensa in modo diverso.

Notate l’ultima parte del discorso, riferita alla citazione appena sopra:

Sarebbe assurdo costruire sulla base di queste affermazioni una frettolosa apologetica

Notate i termini in grassetto: è evidente come Ratzinger prenda nettamente le distanze dal passo da lui citato (e che qualcuno spieghi a questi illuminati professori di fisica che le citazioni non sono sempre fatte condividendo ciò che si cita).

Sembra Ratisbona 2, la vendetta.
Non so quanto ci sia di voluto in questa storia, fatto sta che i 67 o quanti professori che hanno presentato questa lettera hanno fatto, a parere della sottoscritta, una figura a dir poco pessima.
Di credibilità, anche. Perchè da chi impugna il cosidetto "metodo scientifico", certe uscite come questa non ce le si aspetterebbe.

Poi, santa pazienza. Liberi di credere che quello che dice il Papa siano cretinate, liberi di credere quello che si vuole. Nessuno vuole imporre nulla. Ognuno secondo la sua coscienza. Però ecco, ritorniamo lì: il rispetto. Da entrambe le parti, ovviamente, perchè tante volte c’è il rischio di cadere in "integralismo" (passatemi il termine) opposto.
Hanno invitato il Papa all’inaugurazione dell’Università "La Sapienza" di Roma (fondata tra l’altro, da un Papa)? Bene. Ascoltiamo cosa dice e poi dopo possiamo discutere. Nel rispetto pieno delle proprie opinioni personali, che nessuno vuole cambiare. Ma non mistifichiamo la realtà.

Capite bene che quando si parte da questo presupposto di pregiudizio … è ben difficile attuare un dialogo. Perchè, come mi è parso di imparare in questi anni, dialogo vuol dire spogliarsi (non cancellare o disconoscere, attenzione!) delle proprie idee per accogliere quelle dell’altro. Che possiamo condividere o meno. Nel rispetto delle diversità, senza però perdere o nascondere la propria identità.
Ma prima di tutto in un dialogo è necessario l’ascolto libero da pregiudizi, da entrambe le parti.

E via con questa storia della Chiesa vs. Galileo.
Giovanni Paolo II, che forse aveva solo un modo più "comunicativo" di dire le cose, che però sono le stesse che ripete Papa Benedetto, ha chiesto scusa una volta per tutte. Non facciamo finta di niente.

Ieri ho sentito parlare uno psicologo molto in gamba. Ad un certo punto ha fatto una parentesi sulla fede.
Diceva questo:

La fede è la luce della ragione.

Mi ritrovo, per esperienza, nelle sue parole.

E a chi tirerà fuori la questione della "laicità" dello Stato, ragionevolmente, mi spieghi la differenza se all’università interviene il Dalai Lama (a cui viene data anche una laurea honoris causa) o il Papa. Perchè non trovo la differenza.

My 2 cents.