Dovrebbe cantare pressapoco così Jovanotti in una sua canzone.
Mentre andavo in aula studio "magna" (da leggere in senso magnereccio, perché all’una, da sala "computer" che é nelle ore precedenti si trasforma quasi in una mensa) anche io per mangiare, constatavo che fuori continua a piovere.
Ora detto così potrebbe sembrare la scoperta dell’acqua calda.
Il problema é che a Torino e in generale in Piemonte sono quasi due settimane che piove. In senso alternato durante il giorno, ovviamente nei momenti in cui esci di casa/dall’università in modo più intenso, (altrimenti sai che noia) ma non é passato giorno che più di qualche goccia non sia venuta giù.
E ora i nostri fiumi rischiano seriamente di esondare, se non smette.
In giro la gente incomincia ad usare termini come alluvione, inondazione. Forse in certe parti del Piemonte e della Valle d’Aosta non ci siamo lontani, se non smette di piovere.
Passando sulla Dora a Torino, stamattina, aveva proprio una brutta "cera" e non sembrava aver intenzione di abbassare il suo livello, che anzi, pare sia destinato ad aumentare.
Speriamo in una tregua, anche se sembrerebbe che almeno fino a domenica continuerà con questo registro.
Poi ovviamente, una volta finito di piovere arriverà il caldo torrido e la gente che oggi si lamenta che piove e fa freddo (ho rivisto in giro i cappotti) incomincerà a lamentarsi per il troppo caldo. Ovvio.
Anche perché ovviamente le mezze stagioni non esistono più e il caldo sarà ovviamente insopportabile.
Intanto, aspettando che smetta di piovere e torni il bel tempo, visto che tra l’altro questo grigio mi mette un sacco di "tristezza", io fra un po’ vado a "divertirmi" con CVS.
E dopo aver imparato a fare scalette e indici, a mettere correttamente le virgole, i punti, i punti e virgola e la punteggiatura (…) oggi il programma prevede che qualcuno ci insegni come si fa una tesi di laurea.
Sicuramente una cosa positiva e apprezzata.
L’unica cosa è che sono ottimisti, loro. Fra due anni – ammesso che siano poi due anni – sono sicura non ricorderò nemmeno una virgola (spero messa nel posto giusto) di quello che mi sentirò raccontare oggi pomeriggio. Fortunatamente rimarranno le dispense a dare una mano.
ps. incomincio a non sopportare più ‘sta tastiera americana che c’è qui in università: prima o poi dovrò stampare una bella tabellina con tutte le combinazioni che mi servono per scrivere le lettere accentate per non doverle provare quarantacinque volte prima di trovare quella giusta.